Comunicato stampa: "Maschi e Maschere. Ritratti a New York". Fotografie di Francesca Magnani in mostra alla Galleria Samonà
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</figure><br><p>Maschi e Maschere. Ritratti a New York, una mostra di 21 ritratti della fotografa Francesca Magnani, è alla Galleria Samonà della Banca d’Italia dall'11 aprile al 7 maggio 2023.<br>
<a href="http://www.francescamagnani.com/maschi" target="_blank">Approfondimento</a> </p><p>“<em>L’accostamento delle due parole, maschi e maschere, invita a riflettere -</em> Maurizio Fiorino scrive nel testo introduttivo - <em>questi maschi sono amici, ma anche passanti, o personaggi, celebri e meno, immortalati a trecentosessanta gradi: di spalle, frontalmente, di lato, a viso nudo o in occhiali da sole. E, ancora, mentre sorridono, mentre pontificano, mentre fotografano, mentre osservano l’obiettivo con aria di sfida o, al contrario, guardano altrove, assorbiti nei loro pensieri. Sullo sfondo la metropoli. Sono strade, queste nelle foto, di una città mitizzata all’inverosimile nell’immaginario di tutti noi e a tal proposito è curioso sottolineare che Magnani continua a fotografare, perciò a vedere, le cose in una prospettiva orizzontale, al contrario di quel che verrebbe da pensare di New York, una della città più verticali del mondo occidentale</em>”.</p><p>Da oltre 25 anni Magnani cammina per la città e impara progressivamente a vedere come le persone indossano sentimenti ed espressioni, e al contempo esplora e decifra i suoi pensieri e le sue emozioni. Durante la pandemia Magnani è uscita ogni giorno nei parchi, in metropolitana, al mercato, durante le manifestazioni Black Lives Matter, al ristorante, sui ponti. Venendo da una formazione umanistica e una curiosità antropologica, le questioni di autorappresentazione e d’identità hanno sempre informato la sua ricerca, come pure il modo in cui la gente affronta le sfide quotidiane. Quando è possibile la fotografa scambia due parole con le persone che fotografa: “<em>Siccome spesso i ritratti non sono programmati, ogni foto mi ricorda un itinerario che ho percorso e va a segnare un istante nella mia storia in cui una scintilla di connessione mi ha fatto sentire riconosciuta e umana. Per questa mostra ho fatto quello che faccio ogni giorno: camminare per strada, però a volte l’ho fatto in compagnia. C’è stato un accordo, un patto, prima di scattare le foto. È un’altra dimensione della street photography</em>”.</p><p>Alcune di queste immagini sono state acquisite dal Museo Smithsonian di Washington come parte dell’archivio storico permanente, e fanno parte del primo set di <a href="https://americanhistory.si.edu/press/releases/fact-sheet-covid-19-digit…; rel="noopener noreferrer" target="_blank">documenti digitali sulla pandemia</a>. La curatrice Shannon Thomas Perich della Photographic History Collection, nell’acquisire le immagini ha affermato: “<em>Il tuo occhio per persone interessanti e colori a New York è meraviglioso. Hai capito e saputo vedere come gli individui hanno risposto e hanno reso l'uso della maschera qualcosa da incorporare nella loro personalità ed espressione individuale. Il tuo lavoro, che ci ricorda come la gente si è adattata a questo nuovo modo di muoversi nel mondo, è storicamente importante</em>".</p><p>La conformazione logistica della Galleria Samonà fa sí che le immagini, tutte scattate in strada siano a diretto contatto con il movimento e la vita di via Roma, e l’effetto del portico antistante riflesso sulle grandi vetrate è di sovrapposizione dei due luoghi, come per effetto di una doppia esposizione del negativo. Sovrapposizione che a sua volta è metafora della vita della fotografa, che si dipana tra le due città. Due foto a tema Covid-19 fanno parte di <a href="https://www.mcny.org/nyresponds/uprising" rel="noopener noreferrer" target="_blank">New York Responds: The First Six Months</a> al Museo della città di New York, e una di queste foto ha fatto parte della grande mostra collettiva <a href="https://icpconcerned.icp.org/" rel="noopener noreferrer" target="_blank">#ICPconcerned</a>.</p><p><strong>L’artista </strong><br>
La padovana Francesca Magnani fotografa, scrive, traduce da New York dal 1997 quando arrivò alla City University con una borsa di studio Fulbright, dopo essersi laureata in Lettere Moderne a Bologna con una tesi in Letteratura Latina su Marziale e l’epigramma. Da allora racconta con immagini e parole le storie che la colpiscono, al contempo documentando la sua stessa vita. </p>
Comunicato stampa: presentato il nuovo allestimento espositivo del famoso Crocifisso di Giotto al Museo Eremitani
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<img src="/sites/default/files/images/giotto%201.jpg" class="figure-img img-fluid">
</figure><br><p>E' stato presentato in anteprima venerdì 21 aprile (l’inaugurazione ufficiale seguirà nelle prossime settimane) al Museo Eremitani il nuovo allestimento espositivo del celeberrimo Crocifisso di Giotto, che sarà così visitabile anche dai numerosissimi turisti italiani e stranieri che arriveranno in città con i ponti del 25 aprile e del 1 maggio.<br>
All'interno della sezione trecentesca del Museo d'Arte, il nuovo allestimento della sala Giotto intende valorizzare la Croce e la tavola con il Dio Padre, entrambe provenienti dalla Cappella degli Scrovegni, riservando loro un adeguato spazio espositivo.<br>
Il progetto di allestimento è stato affidato allo Studiomas architetti di Padova, con il mandato di sviluppare un ambiente che mettesse in risalto il valore delle opere quali preziose testimonianze storico-artistiche e al contempo rispondesse alle esigenze di accessibilità del pubblico. A differenza del precedente allestimento, è ora possibile ammirare i capolavori di Giotto in una sala a loro dedicata dall'atmosfera molto suggestiva, dato che gli affreschi staccati dei pittori Riminesi, che diedero un importante contributo alla diffusione delle novità giottesche, sono stati trasferiti nella sala adiacente. Qui si può godere delle pitture a distanza ravvicinata per meglio coglierne il valore artistico.<br>
L'allestimento è stato realizzato con il contributo di Aps Holding e della Camera di Commercio di Padova.</p><p>Il sindaco Sergio Giordani che ha voluto passare per ammirare il nuovo allestimento commenta: “<em>Devo fare i miei complimenti all’assessore Colasio e a tutto il suo staff, che hanno valorizzato in maniera davvero importante quest’opera eccezionale, davanti alla quale ci si emoziona davvero. Padova merita di mettere in luce questi capolavori</em>”.</p><p>L’assessore alla cultura Andrea Colasio sottolinea: “<em>Questo è il Giotto più maturo, il Giotto compiuto del processo di umanizzazione del sacro, basta guardare il volto, la drammaticità che esprime, la cassa toracica la tensione dei tendini, i nodi sulle mani, il Cristo in questo dipinto è un uomo, un corpo, un corpo che sta cadendo. Questi dipinto nel quale il processo di umanizzazione è compiuto è uno dei grandi capolavori giotteschi che si esprime al massimo proprio nella Cappella degli Scrovegni, e questa croce è contemporanea alla Cappella. Creare questo spazio è un modo di conoscere l’importanza strategica di questa croce che si inserisce a pieno titolo nell’itinerario della Urba Picta, patrimonio Unesco del mondo. Le opere d’arte devono essere vissute, oggi entrando in questo spazio, realizzato grazie anche all’aiuto del presidente della Camera di Commercio Antonio Santocono che ha capito il progetto e ci ha creduto, offriamo allo sguardo quest’opera come mai prima era stato possibile, confermando Padova come una delle mete imperdibili della grande arte di ogni tempo</em>”.</p><p>Riccardo Bentisk ad di Aps Holding che ha contribuito al progetto è soddisfatto: “<em>Quando mi è stato chiesto di partecipare a questo progetto, aderire è stato non solo un orgoglio per la nostra azienda, ma anche una gioia personale perché mi ha riportato ai miei studi umanistici e di storia dell’arte. E' importante sottolineare come questa operazione confermi la consonanza di intenti tra quest’azienda e l’Amministrazione della città. Inoltre c’è la soddisfazione di aver contribuito a restituire alla città la fruizione di un’opera d’arte eccezionale</em>”.</p><p>SUL CROCIFISSO DI GIOTTO <br>
Il Dio Padre in trono (esposto nella stessa sala della Croce) e la Croce provengono dalla Cappella degli Scrovegni e costituiscono le uniche opere su tavola superstiti dell'attività padovana di Giotto, che giunse in città dopo l'esperienza di Assisi. Entrambe sono esposte in museo per ragioni conservative.<br>
Dipinta su entrambi i lati, la Croce presenta, oltre al Cristo crocifisso, il Cristo benedicente in alto, Maria e San Giovanni ai lati e il Golgota in basso; sul retro, molto rovinato, al centro si trovano il tondo con l'Agnello mistico e i simboli degli Evangelisti ai quattro bracci.<br>
La figura di Cristo è appesa a una croce dipinta, che a sua volta si staglia su una preziosa stoffa, ed è caratterizzata da un corpo sottile e affusolato con un perizoma finissimo,<br>
trasparente e percorso da ricami d'oro.<br>
La critica ha avanzato varie ipotesi sulla collocazione originaria della Croce; sappiamo che nel 1864 si trovava appesa nella parte alta della parete absidale della cappella, sopra la tomba di Enrico Scrovegni. Ma è presumibile pensare che il grave deterioramento del retro sia stato causato dal contatto diretto con un muro particolarmente umido. In origine doveva trovarsi in un punto che ne consentisse la visione da entrambi i lati e, data la conformazione rettilinea della base, doveva essere esposta in verticale e non inclinata.<br>
Grazie a dati recenti si può avvalorare l'ipotesi che la Croce fosse posizionata su una trave lignea posta in mezzo all'arco dell'abside, all'altezza della fascia con motivi decorativi che corre al di sotto dei coretti dipinti.<br>
Coerentemente anche alla disposizione degli episodi affrescati, essa quindi era parte dell'intero ciclo narrativo, trovandosi presumibilmente collocata all'altezza del più basso dei tre registri, quello che narra le vicende legate alla passione, morte e resurrezione di Cristo. </p>
Comunicato stampa: presentazione del progetto "Esaedro della ricerca" al Centro Culturale Altinate/San Gaetano
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</figure><br><p>Sabato 15 aprile, alle ore 17:00 nell’Auditorium del Centro Culturale San Gaetano, via Altinate, 71 a Padova, si terranno la presentazione del progetto “Esaedro della ricerca - Il Dipartimento dei Beni culturali si racconta al pubblico” e la prima proiezione del video-documentario.<br>
Interverranno Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova, Andrea Colasio, assessore alla cultura del Comune di Padova, Jacopo Bonetto, direttore del Dipartimento dei Beni culturali, Mauro Milani, presidente dell’Ens-Sezione provinciale Padova, Maria Stella Busana, commissione Terza Missione del Dipartimento del Beni culturali, e Tommaso Brugi, Avilab srl.</p><p>Le ricerche del Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova sono rivolte, per naturale vocazione, anche al mondo non accademico: al centro del loro interesse vi è infatti il patrimonio culturale, un bene di interesse pubblico. La grande varietà di competenze consente di operare in molteplici settori, che vanno dall’archeologia agli studi sul mondo greco, dalla storia dell’arte a quella del cinema e della musica, con un costante confronto con gli specialisti di area scientifica. Sono queste le premesse che hanno portato al progetto “Esaedro della ricerca”, che si incentra sulla realizzazione di un video-documentario, della durata di circa un’ora, finalizzato a far conoscere a un ampio pubblico non specializzato le ricerche svolte dal Dipartimento dei Beni culturali, a partire dal territorio di Padova, ma poi altrove, via diffusione social e web.</p><p>«<em>Se la formazione e la ricerca scientifica sono "leggibili" facilmente da ognuno di noi, l'altra principale funzione dell'università italiana, la terza missione, è più difficile da scontornare. Ci si trova di fronte da un lato a un mandato vastissimo - diffondere cultura, conoscenze e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e all'indirizzo culturale del territorio - dall'altro alla ricerca di un modo, spesso difficile, di "arrivare" al grande pubblico. Nel caso dell’Esaedro della ricerca l'idea vincente è raccontare in maniera polifonica, e con più spartiti, gli studi scientifici del Dipartimento dei Beni culturali: il video-documentario (con diffusione via social e web) è finalizzato certamente all’alta divulgazione delle ricerche svolte dal dipartimento, ma è declinato sia per un pubblico internazionale (didascalie in lingua inglese) che per una fruizione inclusiva (linguaggio Lis)</em> - afferma Monica Fedeli, prorettrice alla Terza Missione dell’Università di Padova - <em>Non solo, il racconto per immagini in moduli divulgativi - l'esaedro - è capace di spiegare l'insieme e la parte, la grande bellezza e la singola scoperta, il chi e come si fa ricerca. Infine la proposta di presentare per un mese le sezioni del video alla Sala della Gran Guardia - accompagnandole da mini conferenze delle ricercatrici e dei ricercatori - rappresenta l’essenza della terza missione della nostra università: il dialogo dell’ateneo con la società civile affinché la conoscenza diventi strumento di miglioramento per le persone e, come sottolinea il nostro motto, universis, per tutti</em>».</p><p>Pensato con voce narrante, brevi interviste e didascalie, il video-documentario racconta sinteticamente, ma con profondità introspettiva e senso di grande bellezza, cosa significhi “fare ricerca”, fino a giungere alla “scoperta” come atto fondamentale.</p><p>«<em>La felice intuizione dell’Ateneo di mettere a disposizione ingenti somme per le finalità di Terza Missione ha trovato un’entusiastica accoglienza al Dipartimento dei Beni culturali che dirigo. Ci siamo subito mossi e abbiamo pensato che la più utile forma di impiego delle risorse fosse quella di creare un’alleanza civica con la città in cui il nostro Dipartimento opera e raccontare chi siamo e quello che facciamo</em> - dice Jacopo Bonetto, direttore del Dipartimento dei Beni culturali dell’Ateneo - <em>Abbiamo già sperimentato in passato forme di divulgazione e comunicazione, trovando grande interesse e curiosità. Adesso il Dipartimento ha deciso di raccontarsi con sei filmati e decine di conferenze che permetteranno a cittadini e turisti di entrare nel mondo della ricerca sul Patrimonio culturale e capire come indaghiamo il nostro passato per capire il presente. Invito perciò tutti ad essere presenti alla Sala della Gran Guardia tra aprile e maggio. Lì potranno trovare racconti e ricercatori che faranno comprendere quanto e come si fa ricerca sulle testimonianze archeologiche, sul patrimonio storico-artistico, sul cinema, sulla musica e quanto si usino le scienze cosiddette “dure” per indagare più a fondo i resti della nostra storia</em>».</p><p>«<em>Il documentario è articolato in sei sezioni lunghe mediamente 8 minuti, che spiegano le sei “anime” del Dipartimento: archeologia, studi sul modo greco, storia dell’arte, del cinema e della fotografia, della musica e, infine, le scienze applicate ai beni culturali, da cui il titolo “Esaedro della ricerca”</em> - conclude Maria Stella Busana coordinatrice del progetto di Terza Missione del Dipartimento del dipartimento dei Beni culturali -<em> I capitoli sono legati da uniformità stilistica, ma, allo stesso tempo, ogni singola sezione è dotata di autonomia narrativa al fine di poter essere fruibile anche singolarmente. Tutti i testi sono sottotitolati in inglese, per raggiungere un pubblico internazionale, ed è stata realizzata anche una traduzione in Lingua dei Segni Italiana, per garantire una maggior inclusività</em>».</p><p><strong>Il progetto Esaedro della ricerca: il video-documentario </strong><br>
Dopo un’introduzione che spiega il significato di questo misterioso solido, costituito da sei “facce”, il video inizia con il racconto delle ricerche svolte dalle sei “anime” del Dipartimento dei Beni culturali. La sezione di Grecistica studia i testi, la società, la storia e la tradizione della cultura greca antica, dagli albori fino alla sua ricezione nelle culture contemporanee. Al centro dei progetti di ricerca del gruppo di Grecistica sta lo studio del potere e della sua comunicazione attraverso svariati media, quali un’ampia articolazione di testi (sia letterari sia documentari), ma anche attraverso le arti visive e tenendo conto degli sviluppi sociali e del ruolo della religione. Segue la sezione dedicata alle ricerche di Area scientifica. Nel corso degli ultimi anni il supporto delle indagini scientifiche alla Ricerca nel campo dei Beni culturali ha dimostrato la sua enorme rilevanza, fornendo importanti parametri analitici per lo studio delle caratteristiche, sia tangibili che intangibili, dei siti e dei manufatti di interesse storico-artistico ed archeologico. Per questo, all’interno del Dipartimento dei Beni culturali, l’anima di Scienze ha una fondamentale importanza ed è strettamente connessa con le altre cinque anime, specialmente laddove i progetti di ricerca affondano le proprie radici nelle epoche più remote della Storia e necessitano quindi di studi e di analisi molto specifici, sia in loco che in laboratorio. La sezione successiva riguarda l’Archeologia. Per capire come viene attuata la ricerca in ambito archeologico occorre dimenticare l’idea stereotipata dell’archeologo quale esploratore di mondi perduti e cacciatore di tesori, incarnato dal personaggio di Indiana Jones. Gli archeologici di oggi non partono infatti all’avventurosa ricerca di qualche prezioso oggetto, ma si occupano della ricostruzione del percorso storico dell’Uomo attraverso ogni testimonianza materiale disponibile, affrontando orizzonti culturali, tematici e cronologici sempre più estesi: dalla preistoria, all’età classica, al medioevo fino all’età moderna. La Storia dell’arte abbraccia un periodo di tempo molto ampio che parte dalla fine del mondo antico, attraversa tutto il Medioevo e l’Età moderna, per arrivare al Contemporaneo, dal Novecento fino ai nostri giorni. Non meno ampia è l’area geografica di interesse che dall’Italia e dal continente europeo, si allarga anche a realtà extraeuropee, dalle Americhe al Mediterraneo Orientale, alla Cina e ai paesi africani. Occuparsi di storia dell’Arte significa dedicarsi ad un patrimonio straordinario costituito in primo luogo dalle opere, intese come prodotti materiali e intellettuali, che devono essere indagate attraverso l’analisi di aspetti specifici del linguaggio artistico, come lo stile e l’iconografia, e studiate all’interno di una ricostruzione storica, supportata anche dalla ricerca delle fonti e dei documenti d’archivio. La ricerca sulla Musica a Padova è animata da musicologhe che si avvalgono della collaborazione di studiose e studiosi anche internazionali, giovani o affermati. La molteplicità degli interessi di ricerca portati avanti offre risultati di indagine e studio che coprono il periodo storico dall’Antichità a tutta l’Età moderna, secondo metodi condotti in prospettiva antropologica, storica o sistematica e analitica. Le ricerche condividono il concetto di bene musicale, materiale e immateriale, intorno al quale gravitano i principi di eredità culturale, di conservazione del bene e degli ecosistemi sonori, antichi e moderni, dei cinque continenti. Il video-documentario si chiude con la sezione di Cinema, introdotta da una spiegazione generale di cosa significhi fare ricerche nel mondo degli audiovisivi. La narrazione si articola poi in cinque diversi paragrafi. Il primo, intitolato Precinema, il secondo Cinema e fotografia il terzo Cinelands che spiega le relazioni tra cinema, media, il territorio e nozioni di paesaggio, il quarto Archivi, infine Corpi parlanti che narra come il cinema e la fotografia siano stati strumenti importanti per comprendere come i corpi siano luoghi sensibili, dove si imprimono e segni del tempo, dei contesti socio-culturali.</p><p>Esedro della ricerca - Il Dipartimento dei Beni culturali si racconta al pubblico. Progetto di Terza Missione – Bando di Ateneo 2022. Coordinamento: Maria Stella Busana, Mirco Melanco. Commissione Terza Missione del Dipartimento: Giovanni Bianchi, Maria Stella Busana, Stefano Caneva, Paola Dessì, Andrea Ghiotto, Mirco Melanco, Alessandra Menegazzi, Silvia Paltineri, Barbara Savy, Michele Secco, Arturo Zara </p><p>Esaedro della ricerca è stato finanziato nell’ambito della prima edizione del Bando di Ateneo per i Progetti di Terza Missione (2022), che ha impresso un’importante spinta perché la ricerca svolta nei Dipartimenti, ma anche le attività dei Centri e delle Aree dell’Ateneo, si traduca sempre più in iniziative che abbiano significative ricadute sul territorio e sulle comunità. Il progetto Esaedro della ricerca ha avuto come partner il Comune di Padova, che ha messo a disposizione sedi prestigiose: l’Auditorium del Centro Culturale San Gaetano per la presentazione pubblica del progetto e la prima proiezione del video-documentario e la Sala della Gran Guardia per l’esposizione delle sei sezioni dello stesso e una serie di incontri con il pubblico da aprile a maggio. Il progetto ha avuto anche il patrocinio dell’Ens (Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi Ets Aps) – sezione Padova: la fruizione dei video è infatti garantita anche a persone con disabilità uditiva in quanto è disponibile una traduzione in Lingua dei Segni Italiana, realizzata dalla dott.ssa Rita Sala. La realizzazione del video-documentario è stata affidata alla ditta AviLab srl, professionisti della cinematografia documentaria, capaci di trasformare il linguaggio scientifico disciplinare in un racconto divulgativo esteticamente rilevante. </p><p><a href="https://vimeo.com/avilab/esaedro-trailerv5-date" target="_blank">TRAILER</a></p>
Comunicato stampa: seconda edizione del Festival del gioco
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Il 4 e 5 marzo il Festival del gioco ritorna in Città.<br>
Dopo il grande successo dello scorso anno e per rispettare l’intenzione di essere una ricorrenza nel calendario delle manifestazioni del Comune di Padova, l’atteso evento si ripropone come momento di partecipazione aperta a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, famiglie e alla cittadinanza, con l’obiettivo di continuare a recuperare e promuovere il senso del gioco e la cultura ludica come risorsa indispensabile per l’educazione, il benessere personale e sociale. </p><p>Due giornate intere con un programma ricco di attività, tutte gratuite e alcune su prenotazione. </p><p>Il Festival si aprirà sabato mattina alle ore 9:00 al Centro Culturale Altinate/San Gaetano con un convegno che esplorerà il gioco dalla prospettiva narrativa e ludobiografica. “Raccontarsi è un gioco” vedrà tra le altre personalità di spicco, la partecipazione speciale di Gianfranco Staccioli, pedagogista e autore. </p><p>In contemporanea, dalle ore 10:00 alle ore 12:00, la Ludoteca Ambarabà ospiterà due laboratori su prenotazione, aperti a tutte le bambine e i bambini dai 3 ai 14 anni che, con semplici oggetti, si divertiranno ad inventare e “srotolare storie”. Sempre presso la Ludoteca Ambarabà, dalle 15:30 alle 17:30 divertimento assicurato con lo storyteller Gianluca Caporaso che animerà il laboratorio di scrittura fantastica “Sottosopra” (evento su prenotazione).<br>
Alle 18:30 lo scrittore presenterà il suo ultimo libro “Il signor Conchiglia” presso la libreria Pel di Carota. </p><p>Domenica 5 marzo l’evento si sposterà in Prato della Valle che, dalle ore 10.00 alle ore 17.00, nella sua suggestiva cornice, ospiterà numerose Associazioni del territorio e i Ludobus. La piazza sarà teatro di svariate attività ludiche e di animazioni pronte ad intrattenere tutti coloro che amano il gioco. </p><p>La manifestazione è organizzata dall’Assessorato alle politiche educative e scolastiche del Comune di Padova con il Settore Servizi Scolastici che proporrà la maratona di lettura e i laboratori sensoriali.</p><p>Partecipano all’evento anche: </p><ul>
<li>Informambiente - Settore Ambiente e Territorio con i percorsi sicuri casa-scuola, giochi sui temi della sostenibilità: il Grande gioco della sostenibilità, gli ecologiochi, il memory dell’Agenda 2030; </li>
<li>la Polizia Locale del Comune di Padova con il Campo mobile per l’Educazione Stradale; </li>
<li>il Settore Servizi Sportivi tramite Asd Unoacento con proposte che utilizzano il gioco in chiave sportiva ed educativa; </li>
<li>i Centri di animazione territoriale (Cat - Servizi Sociali); </li>
<li>la Protezione Civile con giochi sulla sicurezza.</li>
</ul><p>Saranno presenti anche la Ludoteca comunale Ambarabà e il Centro Servizi Volontariato (Csv). </p><div><strong>L’assessora alle politiche educative e scolastiche Cristina Piva </strong>sottolinea: “<em>Il gioco è un elemento formativo determinante per lo sviluppo delle nuove generazioni, ma rappresenta anche una grande risorsa a tutte le età. Potersi esprimere, comunicare, confrontarsi fare esperienze concrete, determina benessere e aumenta la qualità della vita. In questo momento storico che richiede maggior fatica e capacità di resilienza, la fantasia e l’approccio creativo ai problemi assicurano maggior equilibrio</em>”. <br>
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L’iscrizione al convegno e ai laboratori in Ludoteca avviene tramite la compilazione del form online sul sito <a href="https://www.padovanet.it/festivaldelgioco">www.padovanet.it/festivaldel…;
<br>
<strong>Informazioni e contatti </strong><br>
Settore Servizi Scolastici <br>
telefono 049 8204024 - 8204061<br>
orari: da lunedì a venerdì, dalle 9:00 alle 13:00 <br>
email <a href="mailto:pedagogico.serviziscolastici@comune.padova.it%20">pedagogico.ser…;
Conferenza stampa: II edizione del Festival del gioco
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Il 4 e 5 marzo il Festival del gioco ritorna in città. Dopo il grande successo dello scorso anno, l’evento si ripropone come momento di partecipazione aperta a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, famiglie e alla cittadinanza, con l’obiettivo di continuare a recuperare e promuovere il senso del gioco e la cultura ludica come risorsa indispensabile per l’educazione, il benessere personale e sociale.</p><p>L'iniziativa verrà presentata in conferenza stampa</p><p><strong>mercoledì 1 marzo ore 12:00<br>
Sala Bresciani Alvarez – Palazzo Moroni</strong><strong> </strong></p><p>Intervengono: </p><ul>
<li>Cristina Piva, assessora alle politiche educative e scolastiche</li>
<li>Silvano Golin, caposettore servizi scolastici</li>
<li>Annalisa Zapperini, responsabile ufficio interventi educativi</li>
</ul>
Progetto "Diritti verso la meta: educazione e benessere dei minori con fragilità di Balaka"
Comunicato stampa: presentato il corso di alta formazione "L’orientamento e la progettazione di futuri inclusivi, equi e sostenibili a scuola"
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>L'Assessorato alle politiche educative e scolastiche del Comune di Padova, in collaborazione con l'Università degli Studi di Padova, promuove la realizzazione del corso di alta formazione “L’orientamento e la progettazione di futuri inclusivi, equi e sostenibili a scuola”. <br>
L'iniziativa, finalizzata alla formazione di figure altamente specializzate in attività di orientamento, individuate anche tra docenti già in servizio presso gli Istituti comprensivi e le scuole secondarie di II grado del Comune di Padova, si inserisce a pieno titolo nelle azioni di contrasto alla dispersione scolastica promosse a livello territoriale dal Comune di Padova. Tra gli obiettivi trasversali e di medio lungo periodo si auspica che il corso possa favorire la creazione e il consolidamento di una rete cittadina di esperti in materia di orientamento che siano capaci di interpretarne il valore culturale e di opportunità nella creazione di scenari futuri più inclusivi, equi e sostenibili a scuola e non solo. </p><p>L’assessora alle politiche educative e scolastiche Cristina Piva sottolinea: "<em>Il corso di Alta Formazione per l'orientamento e la progettazione di futuri inclusivi, equi e sostenibili in collaborazione con l'Università di Padova è un corso per insegnanti voluto e finanziato dall'Assessorato alle politiche educative e scolastiche per affrontare il tema del contrasto alla dispersione scolastica e perseguire il successo scolastico evitando anche il cambio di scuola in corso d'anno. Occorre pensare al tema dell'orientamento non come materia riservata alle ultime classi delle scuole secondarie ma come elemento che ha bisogno di essere preso in considerazione nella costruzione della personalità dei bambini e delle bambine fin da piccoli. Per pensare a un futuro equo, inclusivo per i nostri ragazzi abbiamo bisogno di investire nei loro talenti, coltivare le passioni, fare crescere i loro interessi e sviluppare le loro capacità. E questo è un lavoro che può essere svolto da chi ha a cuore l'educazione dei ragazzi. Quindi anche dalla scuola, attraverso gli insegnanti</em>".</p>
Evento culturale "Festival del gioco" - seconda edizione
Comunicato stampa: riunione congiunta IV e IX Commissione consiliare
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<div>La IV Commissione consiliare "Politiche educative, scolastiche, formative e cooperazione" presieduta dalla consigliera Marta Nalin, si riunirà assieme alla IX Commissione consiliare "Politiche di controllo e garanzia" presieduta dal consigliere Enrico Turrin, <strong>lunedì 9 gennaio </strong>alle ore 16:00 nella sala Anziani di Palazzo Moroni, per la trattazione dei seguenti argomenti:</div>
<div>
<ul>
<li>Esame del Bilancio di Previsione 2023-2025 relativamente a: Cooperazione Internazionale e Pace (Assessora Francesca Benciolini);</li>
<li>Esame del Bilancio di Previsione 2023-2025 relativamente a: Politiche educative e Scolastiche, Edilizia scolastica (Assessora Cristina Piva);</li>
<li>varie ed eventuali.</li>
</ul>
</div>
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