Conferenza stampa: presentazione di “Capitali culturali” nuova edizione di “Lezioni di Storia” al Teatro Verdi
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Capitali culturali è il titolo della nuova edizione delle “Lezioni di Storia” al Teatro Verdi di Padova dal 18 febbraio al 24 marzo 2024. Quattro appuntamenti dedicati a quattro città che nei secoli si sono fatte portatrici di istanze culturali contenenti elementi di novità che si sarebbero rivelati fondamentali per l’avvenire. Il ciclo è ideato e progettato dagli Editori Laterza, promosso dal Comune di Padova e realizzato con il supporto del Teatro Stabile Veneto. Tutti i dettagli in conferenza stampa:</p><p><strong>venerdì 26 gennaio 2024, ore 12:00<br>
sala Giunta – Palazzo Moroni</strong></p><p>partecipano: </p><p>Sergio Giordani, sindaco<br>
Lodovico Steidl, consigliere delegato di Laterza Agorà </p>
Comunicato stampa: mostra di arte africana "Nel cuore del Congo " 22 gennaio – 22 marzo 2024
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<img src="/sites/default/files/images/mostra%20Congo.jpg" class="figure-img img-fluid">
</figure><br><p>I Missionari Comboniani organizzano una mostra di maschere congolesi presso la loro sede di via San Giovanni di Verdara. Le opere in esposizione, maschere ma anche tessuti e statue, fanno parte di una collezione normalmente esposta al Museo Africano di Madrid. In Italia, sono state esposte presso il Museo Africano di Verona. I Comboniani sono presenti a Padova da oltre un secolo. Negli ultimi anni si sono fatti promotori di varie iniziative per aiutare la comprensione dei popoli del Sud del Mondo, e soprattutto per far conoscere la cultura e realtà africana alla città di Padova. Con questa mostra i missionari comboniani desiderano avvicinare gli studenti delle scuole superiori e altri visitatori alla complessità del ruolo della maschera nella cultura locale. Le maschere, come le altre opere esposte, non sono semplice artigianato o arte africana. Hanno un ruolo importante nella cultura locale, sia per gli aspetti mitici-religiosi a cui sono legate, che per l’azione di controllo sociale e terapeutico che esercitano. Tutte le opere esposte sono originali.</p><p>L’assessore alla Cultura Andrea Colasio sottolinea: “<em>Ringrazio i Padri Comboniani, ed in particolare Padre Giuseppe Caramazza e Padre Gaetano Montresor, per aver voluto, con tenacia portare questa mostra a Padova. Ne avevamo parlato poco prima dello scoppio della pandemia, e purtroppo quell’evento ha rallentato e complicato tutto. Oggi, finalmente i padovani e turisti, possono vedere fino al 22 marzo, una collezione di maschere africane capaci di coinvolgere emotivamente l’osservatore ma anche interessante sotto il profilo antropologico. Siamo di fronte a un’esposizione non vastissima, ma di significativo interesse non solo artistico, - del resto molta dell’arte contemporanea occidentale ha preso ispirazione proprio dall’arte africana - perché è accompagnata da una spiegazione del ruolo e del significato vero che queste maschere hanno in quelle culture e in particolare in quelle delle etnie congolesi. Le maschere non rappresentano esclusivamente un qualcosa che attiene alla pura importante cultura artigiana africana -congolese in questo caso - ma in realtà hanno sempre svolto una fondamentale funzione coesiva di rituale collettivo e simbolico. Le maschere svolgevano una funzionalità taumaturgica, venivano utilizzate in modalità e in tempi particolari, spesso evocavano gli antenati ed erano utilizzate con modalità differenti, per esempio quando sorgevo una epidemia o per rappresentare altre situazioni a fortissimo contenuto simbolico. E i Padri Comboniani sono stati sempre tra quelli che hanno capito l’importanza dell'interscambio culturale questo Continente e sono sempre stati rispettosi dello spessore e del valore del mondo africano e delle sue culture</em>”.</p><ul>
<li><strong>La maschera</strong><br>
Gli archeologi che stavano scavando il sito di Hirbat Duma, 20 km a sud di Gerusalemme, rimasero colpiti dal ritrovamento: una maschera di pietra risalente a circa 9.000 anni fa. Quella maschera è più antica delle lingue semitiche parlate nell'area, più antica di qualsiasi scrittura. Fu scolpita nel neolitico preceramico, cioè prima ancora che la popolazione del luogo avesse creato il vasellame! Le maschere sono tra noi da molto tempo. Eppure, non si conosce con esattezza l'origine di questo termine. Alcuni vedono in questa parola l'erede del termine masca presente nel latino medievale il cui significato era nero, scuro, coperto di fuliggine. Potrebbe quindi voler descrivere ciò che copre il volto, che camuffa le sembianze. Nella cultura occidentale, la maschera è spesso usata per lo spettacolo, il gioco. La troviamo impiegata nella commedia dell'arte e nelle feste di carnevale. Si usa per dei travestimenti, e chi la indossa finge di essere un personaggio mitico o teatrale.</li>
<li><strong>Le maschere africane</strong><br>
Il nostro uso della maschera non deve farci cadere in errore. Le maschere africane hanno un uso molto più elaborato. Sono parte integrante della vita delle persone e hanno un ruolo nei riti, nelle feste religiose, nei processi di guarigione. Chi indossa la maschera nasconde la sua identità, ma non lo fa per gioco. Egli rappresenta una nuova identità, uno spirito, un dio o qualche forza soprannaturale.La maschera permette a chi la indossa di creare una nuova realtà. La persona mascherata apre una comunicazione con ciò che la maschera significa, con la realtà a cui la maschera rimanda. Diventa quindi un antenato, uno dei morti viventi, oppure una deità, uno spirito della guarigione o altro. La maschera può anche dare aprire la comunicazione con i totem del clan. Il totem è un animale, o uno spirito, che è stato scelto come emblema del clan o dell'intera etnia. Le persone mascherate possono quindi raccontare i miti del proprio gruppo etnico. Il mito non è una favoletta. Il mito è la rappresentazione di una realtà che supera la nostra comprensione ordinaria. Attraverso il mito, chi racconta insegna verità profonde, spesso di tema religioso. importanti per dare identità e ricostruire la storia del gruppo. Le maschere possono anche avere un ruolo durante i riti di guarigione. Chi è mascherato può entrare in contatto con gli antenati, scoprire l'origine del male in questione, e cercare una soluzione. Questa capacità di mediazione tra il nostro mondo e quello spirituale fa della maschera un oggetto sacro. La maschera quindi avrà elementi umani, ma anche elementi tratti dal mondo animale oppure lasciati alla fantasia dello scultore. L'importante è che chi partecipa al rito si renda conto di trovarsi di fronte ad una realtà che lo supera. Le maschere possono essere usate in vari riti (nascita, guarigione, iniziazione, morte, dialogo con gli antenati, anche riti magici dal dubbio spessore etico). Al di là di tutti questi usi, la funzione principale della maschera africana è quella di mantenere l'ordine all'interno della comunità. Infatti, tra alcuni gruppi etnici, maschere e mascherate vengono utilizzate anche per risolvere controversie e conflitti comunitari. È il caso degli Igbo, in Nigeria, dove i membri del culto mascherato e della confraternita Uma-Ada facilitano i processi di giustizia sociale e di riconciliazione attraverso spettacoli in maschera.</li>
<li><strong>I materiali</strong><br>
Il materiale più comunemente usato per le maschere è il legno, ma non è l'unico. Si usano anche pietre, rame o bronzo, ferro, tessuti e fibre vegetali. Queste spesso prendono la forma di capelli, barbe o di prolungamenti della maschera che coprono ulteriormente il corpo di chi la indossa. Le fibre vegetali (paglia, foglie di palma, e altre) venivano spesso tolte prima di essere esposte nei musei occidentali. Così facendo, si è data una immagine errata della maschera e del suo uso. Sulla superficie della maschera è possibile applicare un'ampia gamma di elementi ornamentali: peli di animali, corna o denti, conchiglie, semi, e piume. Peli di animali o paglia vengono spesso utilizzati per i capelli o la barba di una maschera.</li>
<li><strong>Il perché di questa mostra</strong><br>
In Italia sono pochi coloro che hanno avuto l'opportunità di entrare in contatto con la cultura africana in modo significativo. In Africa subsahariana ci sono circa mille etnie diverse. Ognuna di queste ha la propria cultura, lingua, religione e un mondo mitico da cui trarre identità e visione. Conoscere da vicino queste culture richiede tempo e il desiderio di scoprire nuovi modi di avvicinarsi al mondo. Questa mostra vuole aiutare i visitatori ad avvicinarsi alla cultura africana in uno degli aspetti che possono facilmente venir mal interpretati. Chi visita l'Africa spesso lo fa da turista, e così viene a contatto con forme culturali-spettacoli e artigianato - che mal rappresentano la cultura vissuta dalla gente locale. Si tende a far risaltare gli aspetti folkloristici, a discapito dell'importanza dei contenuti. Le maschere che si vendono nei mercatini sono state fatte ad uso e consumo degli acquirenti stranieri: non hanno valore agli occhi della gente. Vengono acquistati come curiosità, o per la loro bellezza estetica. Poco o nulla viene comunicato sul valore reale di maschere, statue e altri manufatti.</li>
<li><strong>La collezione </strong><br>
La collezione esposta è stata raccolta da Josè Antonio Bordallo Huibodro ambasciatore di Spagna nella Repubblica Democratica del Congo dal 1996 al 2000. Tutti i pezzi sono autentici e unici. La collezione è stata poi donata al Museo Africano di Madrid, una attività dei missionari comboniani in Spagna. In Italia questa mostra è stata esposta al Museo Africano di Verona nel 2023.</li>
</ul><p>Per ulteriori informazioni: P. Giuseppe Caramazza 347 0115193 <a href="mailto:giucarta@gmail.com" id="OWAe8445de2-32e1-e904-82f9-36df7110c23a">giucarta@gmail.com</a> - P. Gaetano Montresor 349 3185014 <a href="mailto:filissine@gmail.com" id="OWA447b1269-4929-87af-5a30-9799d577bd0b">filissine@gmail.com</a></p>
Evento culturale "Festival del gioco" - terza edizione
Comunicato stampa: iscrizioni alle scuole dell’infanzia del Comune anche per i non residenti se nelle sezioni rimangono posti liberi
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>La Giunta, su proposta dell’assessora alle politiche scolastiche Cristina Piva ha approvato una delibera che autorizza per l’anno scolastico 2024-2025 l’accoglimento delle domande di iscrizione alle scuole dell’infanzia relative ai bambini residenti nei Comuni confinanti con il Comune di Padova. </p><p>La decisione segue la constatazione che in alcune scuole dell’infanzia comunali il numero massimo dei bambini frequentanti le sezioni non raggiunge il numero massimo di 25. E’ un effetto anche questo della crisi demografica in corso. Si è quindi deciso di accettare le domande di iscrizioni riferite a bambini residenti nei comuni confinanti con Padova, ovviamente in subordine a quelle dei bambini residenti nel Comune di Padova e solo se nelle sezioni con almeno 18 alunni residenti ci sono posti disponibili non coperti. Alle famiglie di questi bambini non residenti, verrà applicata la tariffa mensile piena per la mensa scolastica, senza alcuna riduzione. </p><p><strong>L’assessora alle politiche scolastiche Cristina Piva</strong> sottolinea<strong>:</strong> “<em>Abbiamo approvato in Giunta un provvedimento che prevede, in deroga al regolamento delle scuole d’infanzia comunali, la possibilità per i genitori che abitano nei comuni limitrofi a Padova, di iscrivere i propri figli alle scuole dell’infanzia comunali, sempre che abbiano delle necessità i tipo socioeconomico. Questa possibilità prevede l’iscrizione nelle sezioni delle nostre scuole naturalmente senza che questo possa aggiungere altre sezioni alla scuola. Vale quindi solo se dopo le iscrizioni dei residenti rimangono dei posti liberi. Era una richiesta che ci era arrivata in modo pressante da alcuni genitori, proviamo a venire incontro a loro con questa delibera. Naturalmente la tariffa che verrà applicata a queste famiglie non farà riferimento all’ISEE ma sarà a tariffa piena, il che vuol dire circa 150 euro mensili, mediamente più bassa delle tariffe che applicano le scuole dell’infanzia paritarie di Padova</em>”. </p>
Comunicato stampa: "La mia scuola. La mia voce". Un contributo da 30mila euro per sostenere l’intraprendenza e le idee delle studentesse e degli studenti
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Si sono chiusi lo scorso 11 dicembre i termini per la partecipazione all’avviso pubblico “La mia scuola. La mia voce”, promosso dall’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova a sostegno dell’iniziativa dei giovani cittadini. L’avviso mette a disposizione un contributo di 30.000 Euro per la realizzazione, nel corso del 2024, di iniziative che favoriscano il protagonismo e l’autonomia delle ragazze e dei ragazzi iscritti alle scuole superiori della città. A fronte delle 12 proposte finanziabili, sono stati presentati 16 progetti da 14 diversi Istituti.</p><p>"<em>Anche quest'anno il progetto “La mia scuola. La mia voce” si è rivelato uno strumento utilissimo per liberare la partecipazione e la creatività degli studenti delle scuole di Padova. I 30.000 Euro di finanziamento saranno allocati tra 12 progetti extracurricolari organizzati e proposti interamente dagli studenti. Le comunità studentesche della nostra città hanno saputo presentare progetti coinvolgenti e attrattivi, in grado di vivacizzare le loro scuole e di arricchire la loro formazione</em> - dichiara Pietro Bean, Consigliere comunale con delega alle Politiche giovanili - <em>A titolo di esempio, quest'anno sono stati riconfermati i progetti culturali delle Scuole di Formazione Professionale e diverse proposte sulle pari opportunità e sul contrasto alla violenza di genere. Questi, come tutti gli altri progetti, sono segnali importanti: gli studenti vogliono partecipare sempre di più al disegno dei percorsi formativi nelle loro scuole e con questo strumento rispondiamo alla loro richiesta. Faccio i complimenti ai rappresentanti degli studenti, che hanno saputo raccogliere le idee nelle scuole e tradurle in progetti belli e concreti</em>".</p><p>Per rafforzare il senso di responsabilità e sostenere la loro iniziativa, infatti, la risposta all’avviso stata affidata ai giovani rappresentanti di Istituto. Il bando è stato presentato all’inizio dell’anno scolastico, per dar modo agli studenti di costruire la propria campagna elettorale anche su proposte finanziabili attraverso questo contributo. Non sono stati posti vincoli alle idee progettuali ammissibili, che dovevano essere individuate sulla base delle necessità e degli interessi dell’intera comunità studentesca. Si sono visti così emergere gli argomenti di maggiore interesse tra la popolazione giovanile dove, al primo posto, si colloca sicuramente la volontà di sostenere il contrasto alla violenza di genere – anche sulla scia degli ultimi, tragici, fatti di cronaca che hanno colpito la nostra città. Si riconferma l’interesse per la sfera delle relazioni interpersonali, con proposte relative all’educazione all’affettività, alla sessualità e alla libera espressione di sé. I temi dell’attualità, della memoria, dell’ambiente, dell’inclusione sociale e del volontariato completano le proposte presentate. Le modalità suggerite dalle studentesse e dagli studenti per affrontare queste tematiche sono diverse, ma tutte all’insegna della socializzazione e della condivisione di saperi ed esperienze: dalle assemblee d’Istituto ai viaggi di istruzione, dagli spettacoli teatrali all’offerta di attività extrascolastiche per l’acquisizione di nuove competenze e abilità. È significativo notare anche la diversità degli indirizzi di studio rappresentati, che riconferma una partecipazione trasversale da parte degli Istituti della città: non soltanto Licei e Istituti Tecnici, ma anche Scuole di Formazione Professionale, con studenti attenti e determinati a far sentire la propria voce e arricchire l’esperienza formativa di compagne e compagni di studio.</p><p>In accordo con la strategia dell'Unione europea per la gioventù 2019-2027, l’iniziativa intende valorizzare gli spazi di rappresentanza generazionale nei contesti scolastici come strumenti per il conseguimento dello sviluppo personale, culturale e politico dei giovani. La loro consapevolezza civile e partecipazione attiva, infatti, contribuiscono al benessere e alla coesione della comunità tutta, ed è cruciale il loro impegno per la costruzione di società più democratiche, sostenibili e inclusive nei prossimi anni.</p>
Comunicato stampa: crescono del 20% i contributi alle scuole dell’infanzia paritarie e ai nidi privati per il biennio 2023/24 grazie alle delibere approvate dalla Giunta
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>La vigente normativa nazionale e regionale attribuisce ai Comuni competenze specifiche per la protezione e la tutela dell’infanzia ed affida agli stessi funzioni in materia di promozione della salute e del benessere dei minori e delle loro famiglie. In particolare, demanda agli Enti Locali la promozione e sostegno di servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia con l’obiettivo di una generalizzazione quantitativa e qualitativa dell’offerta formativa. </p><p>Il Comune di Padova attualmente accoglie presso i propri asili nido 821 bambini e bambine e nella scuola dell’infanzia i minori iscritti sono 835 a cui si aggiungono 740 i bambini e le bambine iscritti alla scuola dell’infanzia statale. I servizi 0-6 offerti dal Comune di Padova e dalle scuole dell’infanzia statali non coprono la totalità del fabbisogno comunale espresso dalle famiglie e pertanto è necessario sostenere l’offerta rappresentata dai nidi privati e dalle scuole dell’infanzia paritarie al fine di garantire la più ampia offerta di servizi sul territorio comunale consentendo nel contempo, il contenimento dei costi per le famiglie. </p><p>A tal fine sono tate sottoscritte, oramai da decenni, delle convenzioni con le scuole dell’infanzia paritarie e i nidi privati che prevedono contributi da parte del Comune di Padova erogati direttamente alle scuole con la finalità di finanziare il sostegno per i bambini con disabilità e contribuire alle spese di funzionamento, consentendo di contenere le rette a carico delle famiglie. </p><p><strong>L</strong>’<strong>assessora alle politiche educative e scolastiche Cristina Piva </strong>commenta: “<em>Il Comune di Padova ha destinato, per il prossimo biennio e per ciascun anno, 1.680.000,00 Euro alle scuole dell’infanzia paritarie e 1.114.000,00 Euro ai nidi privati riconoscendo un aumento del contributo del 20% rispetto ai quanto erogato negli anni passati. L’Amministrazione ha condiviso l’esigenza di investire maggiori risorse di bilancio in questo delicato ambito della prima e seconda infanzia, consapevoli delle conseguenti rinunce e contrazioni per altre tipologie di spesa</em>”. </p><p>Il risultato raggiunto in questi anni, attraverso il sostegno alle scuole dell’infanzia paritarie e nidi privati è stato quello di consentire di mantenere in vita ed attivi nidi e scuole che diversamente non sarebbero stati in grado di proseguire la propria attività o calmierare le rette a carico delle famiglie. E i numeri parlano chiaro: circa 700 bambini e bambine accolti nei 20 nidi privati di Padova e circa 2.500 alunni delle 41 scuole dell’infanzia paritarie convenzionati. </p><p>Il sostegno agli Enti convenzionati non si esaurisce con la semplice contribuzione economica: il Settore Servizi Scolastici, infatti, coinvolge le insegnanti ed il personale nelle occasioni di formazione, dalle scuole sono trasmessi al Comune di Padova i Progetti Educativo-Didattici. Inoltre, i gestori si rendono disponibili ad accogliere nelle proprie strutture, su richiesta del Servizio Sociale del Comune bambini seguiti dal Servizio stesso”. </p><p><strong>Il sindaco Sergio Giordani </strong>sottolinea e conclude: “<em>Questi luoghi di formazione sono presìdi importanti per la città, per il suo tessuto sociale e relazionale, per i nostri tanti quartieri che sono luoghi vissuti da persone e famiglie coi loro bisogni e la loro legittima volontà di una buona e capillare erogazione di servizi. La scelta compiuta dalla Giunta comunale ieri, è un passo molto concreto per quanto possiamo fare per dire che il Comune di Padova c’è, auspico che a ogni livello istituzionale nasca con urgenza la consapevolezza che si deve agire subito e con più sforzi per evitare quanto ha delineato il Vescovo, ovvero una situazione a breve termine che ci vedrebbe tutti più poveri</em>”.</p>
Comunicato stampa: rassegna di teatro e musica “Oltre” al Teatro Sanclemente. Ancora due weekend tra arte e cultura nel cuore della zona industriale della città
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<img src="/sites/default/files/images/oltre.jpg" class="figure-img img-fluid">
</figure><br><p>Prosegue l’edizione 2023 della rassegna di teatro e musica “Oltre”, promossa e organizzata da Top-Teatri Off Padova al Teatro Sanclemente in piena zona industriale cittadina.</p><p>La rassegna, che vede il contributo dell’Assessorato alla cultura del Comune di Padova, rientra quest’anno nel progetto “Zona3” di Top, sostenuto dal bando per la rigenerazione urbana promosso dalla Regione del Veneto (legge regionale n. 17/2019). L’obiettivo è rafforzare la proposta culturale del quartiere e il dialogo con la comunità di Camin e Granze, che diventa così spazio "rivitalizzato” in una prospettiva di benessere per la collettività, di formazione ed educazione alla fruizione dell’arte. Per questo ha visto un primo momento di incontro e promozione attiva con i cittadini, per coinvolgere direttamente i futuri spettatori della rassegna.</p><p>Comun denominatore degli spettacoli proposti è il rapporto tra uomo e natura, tra senso di spaesamento e desiderio di ricerca, di conoscenza e di viaggio, declinati con differenti linguaggi artistici.</p><p>Dopo i primi due appuntamenti, il cartellone propone altri quattro spettacoli nei prossimi fine settimana, uno per adulti il sabato sera alle 21:00 e uno per bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni insieme alle loro famiglie la domenica pomeriggio alle 16:00. Al termine di ogni appuntamento è previsto un momento di incontro fra pubblico e attori, registi e tecnici.<br>
L’invito è a guardare “oltre” la destinazione produttiva della zona, mettendo al centro la rigenerazione urbana come azione che parte dalla stessa valorizzazione della ex chiesa di San Clemente, un tempo cuore sociale del quartiere ora Teatro Sanclemente, sede della compagnia teatrale e location degli spettacoli.<br>
Così “Oltre” accenderà un riflettore anche sulla relazione fra individui e comunità, tra città e periferia ritessendo relazioni e connessioni. </p><ul>
<li>Sabato 2 dicembre è in programma Still Alive di e con la giovane attrice romana Caterina Marino, sul palco con il videomaker Lorenzo Bruno.<br>
Uno spettacolo teatrale che mette al centro il corpo e la voce dell’artista e, a partire da un malessere personale, indaga un male di vivere umano più generale con tocco leggero e autoironico. La rappresentazione viene fin da subito concepita con un rapporto diretto con il pubblico, in bilico tra confessioni e flussi di coscienza, domande e coinvolgimento degli spettatori per ricordare a chi guarda come, nel bene e nel male, nessuno di noi sia solo. Still Alive diventa così l’occasione per raccontare la funzione prima e originaria del teatro, specchio e strumento per condividere e superare la fatica dell’esistere. Lo spettacolo ha vinto la segnalazione speciale del Premio Scenario 2021 ed è stato tra i finalisti del Premio In-box 2023.</li>
<li>Domenica 3 dicembre appuntamento invece con La Goccia e la Carota, che nasce da due testi di letteratura per ragazzi dedicati al tema dei cambiamenti climatici.<br>
È la storia di una goccia di petrolio e una carota di ghiaccio che, raccontando chi sono e confrontandosi, arrivano a interrogarsi sulle cause che stanno mettendo a repentaglio la loro stessa esistenza e quella del pianeta. Attraverso il gioco teatrale, la tenera comicità dei personaggi e l'empatia che lo spettatore sviluppa verso di loro, sono proposti contenuti storico-scientifici e è suggerita la riflessione sul necessario cambiamento del comportamento dell’uomo verso la natura.</li>
<li>La rassegna chiude poi con gli ultimi due spettacoli: sabato 16 dicembre, Passeggeri.<br>
Taccuino musicale di un viaggio straordinario, concerto di e con Corrado Corradi, Rachele Colombo e Roberto Tombesi che presenta il nuovo cd omonimo, e domenica 17 dicembre Mister Cartoon con i musicisti Paolo Valentini e Flavio Costa, che eseguiranno la sonorizzazione dal vivo di cartoni animati di diverse epoche. </li>
</ul><p>Prenotazioni sul sito <a href="https://www.teatrioffpadova.com/2023/11/13/zona-3/" id="LPlnk524958" rel="noopener noreferrer" target="_blank" title="https://www.teatrioffpadova.com/2023/11/13/zona-3/">www.teatrioffpadova…;
Per informazioni scrivere a <a href="mailto:info@teatrioffpadova.com">info@teatrioffpadova.com</a> o telefonare al numero 340 8479382.<br>
Biglietto unico: 5 euro.</p><p>Ufficio stampa Ikon Comunicazione - telefono 049 8764542 e cell. 338 6983321, email <a href="mailto:ufficiostampa@ikoncomunicazione.com">ufficiostampa@ikoncomunicaz… comunicato stampa è consultabile nella sezione "Documenti" di questa pagina.</p>
Comunicato stampa: Convegno "C'era una volta la scuola media" Uno sguardo a ciò che è stato per un ritorno...al futuro!"
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>L'evento, promosso dall'Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Padova, è dedicato alla figura dell'ex Ministro dell'Istruzione Luigi Gui e, in occasione del recente anniversario della fondazione della Scuola Media Unica, intende ripercorrere il valore della Riforma del'62 ma anche e soprattutto portare la riflessione su quelle che oggi rappresentano le vere sfide per questo ordine di scuola, con particolare attenzione al tema dell'innovazione didattica, della prevenzione della dispersione scolastica e del valore dell'inclusione per contenere i crescenti fenomeni di povertà educativa. </p><p>Tra i relatori: <strong>Giovanni Vinciguerra</strong> Direttore di Tuttoscuola che modererà l'incontro, il figlio dell'ex Ministro <strong>Francesco Gui </strong>che parlerà non solo del politico, ma anche dell'uomo dietro la riforma, <strong>Patrizia Zamperlin</strong> storica della scuola dell'Università degli studi di Padova che ripercorrerà le condizioni di contesto che hanno favorito la Riforma, <strong>Stefania Strignano </strong>Dirigente Scolastica dell'IC Ungaretti di Melzo (MI) che presenterà il caso dell'IC di Melzo come modello di eccellenza nella scuola pubblica italiana, <strong>Chiara Lusini</strong>, Dirigente Scolastica del IV° IC del Comune di Padova, accompagnata da un gruppo di docenti del suo Istituto che presenteranno delle buone pratiche locali, ambienti di apprendimento e didattica digitale innovativa. </p><p>In occasione di questo evento, la Scuola dell'infanzia "Luigi Gui" della nostra città ha creato una progettualità ad hoc con i bambini e le bambine di 5 anni, al fine di avvicinare gli stessi alla figura dell'ex Ministro dell'Istruzione e, attraverso la sua biografia, introdurre il tema dei diritti con specifica attenzione al gioco e alla sua evoluzione nel tempo. </p><p>In allegato la<strong> locandina dell'evento</strong>, ricordando che lo stesso è aperto anche alle famiglie. Le iscrizioni sono accessibili al seguente link <a href="https://forms.gle/ZeYyXA9rgCmngBtG6" id="LPlnkOWA7c9425ab-ee1b-995a-40b3-06de6ee37e64" rel="noopener noreferrer" target="_blank">https://forms.gle/ZeYyXA9rgCmngBtG6</a> o attraverso il QR CODE riportato nel volantino. </p><p><strong>L’assessora alle politiche scolastiche Cristina Piva </strong>spiega: “<em>E’ importante questo sessantesimo anniversario della scuola media unificata, perché è stata una pietra miliare nella storia della scuola italiana, un passaggio che ha portato tutti i ragazzi fino ai 14 anni all’obbligo scolastico. Prima questo non era possibile. Così la scuola è diventata davvero di tutti, una scuola che dava, democraticamente, dei diritti nel campo dell’istruzione e ad avere anche dei progetti di studio e di carriera scolastica, diversi da quelli che allora si prospettavano. L’accesso all’istruzione allora era fortemente basato sul censo, sulle possibilità economiche delle famiglie, e questa “rivoluzione” è stata una soddisfazione enorme per chi ha potuto usufruire poi di un lungo percorso scolastico, liberando la famiglia da quello che era il peso economico, perché finalmente la scuola era gratuita e per tutti. Il pensiero di Luigi Gui, era rivolto non tanto alla politica quanto ai diritti dei ragazzi, il suo era il pensiero di una persona appassionata del lavoro d’insegnante che aveva svolto</em>”.</p>
Comunicato stampa: VI edizione del Festival "FéMO 2023 la stanza delle meraviglie"
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Dal 30 novembre al 2 dicembre 2023, l’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova organizza la sesta edizione di FéMO – Festival dell’Espressione Multimediale, quest’anno intitolata “La stanza delle meraviglie“. Il festival torna negli spazi del Centro Culturale Altinate San Gaetano per 3 giornate all’insegna dell’aggregazione digitale, con nuove collaborazioni, nuovi eventi e nuove suggestioni. </p><p>Il Festival dell’Espressione Multimediale intende promuovere i talenti e le specificità espressive e culturali tipiche delle nuove generazioni digitali, nonché svilupparne le competenze e le capacità comunicative offrendo spazio a nuovi possibili profili professionali. Un programma di iniziative aperto a tutti, animato dai giovani makers, digital fabricators, performers, coders, videomakers della sempre più ricca rete di FéMO, scelti tra i candidati al bando di selezione pubblicato lo scorso ottobre. </p><p>Workshop, contest, performance, incontri ed esposizioni: la comunità digitale di Padova e dintorni torna a ripopolare gli spazi per farsi conoscere e condividere le proprie competenze e produzioni in ambito tecnologico e multimediale. FéMO permette a ciascuno di trovare e apprezzare le diverse dimensioni dell’animazione digitale e di conoscere i protagonisti della scena digitale. </p><p>La partecipazione a tutte le attività è gratuita, ma in alcuni casi è richiesta la registrazione attraverso i moduli online sul sito <a href="http://www.progetogiovani.pd.it/" id="OWAcff724e5-7c66-7a91-d439-20f570025429" rel="noopener noreferrer" target="_blank">www.progetogiovani.pd.it</a>, dove è disponibile anche il programma completo. </p><p><strong>FéMO LAB</strong><br>
FéMO Lab offre un calendario di workshop tematici di approfondimento, esperienziali e formativi, con quattro proposte in programma. Si comincia venerdì 1° dicembre con due appuntamenti dedicati, rispettivamente, all’evoluzione dei giochi di ruolo da hobby di nicchia a fenomeno globale e alle strategie e agli accorgimenti per una comunicazione visiva efficace e accessibile. Si prosegue il giorno dopo, sabato 2 dicembre, con un contest per avvicinare i giovanissimi al mondo della programmazione – a cura di Coderdojo – e un appuntamento che, pienamente nello spirito del Festival, unisce artigianato e tecnologia, guidando i partecipanti alla creazione di una video animazione a partire da <em>sticker</em> creati con la Vinyl Cutter. </p><p><strong>FéMO EXPO</strong><br>
FéMO Expo è uno spazio espositivo concreto, in cui potersi presentare con opere, idee e performance. Bellezza, natura, corpo e culture sono i filoni che guidano e si intrecciano nei quattro progetti presentati, che comprendono le esposizioni fotografiche “Sottopelle” e “Impressioni”, la performance “Natura corpo”, e il cortometraggio “The making of “House of Us”. Le esposizioni sono allestite al piano terra del Centro Culturale Altinate San Gaetano e sono visitabili gratuitamente nei giorni del festival. Non è necessaria la prenotazione. </p><p><strong>FéMO EVENTS</strong><br>
FéMO Events è il calendario di appuntamenti collaterali, veri e propri eventi nell’evento, in cui makers, performer e professionisti incontrano il pubblico del Festival per far conoscere i propri progetti innovativi. Giovedì 30 novembre Paolo Aliverti, artigiano digitale, divulgatore e CEO di Reelco spiega come costruire autonomamente una serra 4.0, nel corso di una dimostrazione partecipata in cui il pubblico può intervenire ponendo domande e modificando il progetto in corso d’opera secondo le proprie proposte. Nella stessa giornata, viene presentato il progetto sperimentale “Metabolic City Soundscape”, realizzato dallo studio di progettazione Plam Creative Studio, l’artista Sintetico e il sound designer Luca Venturini: il risultato è una traduzione performativa, visiva e sonora dell’inquinamento atmosferico cittadino messo in relazione all’inquinamento acustico.<br>
Il giorno dopo, venerdì 1° dicembre, il noto content creator padovano Mattia Malengo racconta le nuove possibilità professionali offerte dai social network, a partire dalla sua esperienza di condivisione quotidiana di contenuti per i suoi oltre 700.000 followers: VLOG, POV, sketch, parodie, challenge e scherzi con reazioni spontanee.<br>
Non mancano i contributi audiovisivi: alcuni di questi sono stati elaborati nell’ambito di percorsi scolastici e formativi (“The American Dream”, “Morago – L’arte di una vita”), altri – riuniti sotto il titolo “Cortocorrente – Storie brevi dal presente” - sono cortometraggi realizzati nell’ambito dei laboratori promossi da PG Lab, la sede di Progetto Giovani in piazza Caduti della Resistenza. </p><p><strong>FéMO EDUCATIONAL</strong><br>
FéMO Educational è la sezione di incontri dedicati alle scuole superiori di Padova, pensati per introdurre le studentesse e gli studenti al mondo del digitale. Nel corso dell’appuntamento “Nuovi artigiani digitali” le diverse sfaccettature del mondo makers vengono presentate da alcuni professionisti che, nel corso degli ultimi anni sono riusciti a coniugare le loro passioni con le nuove richieste del mercato. Intervengono Paolo Aliverti, maker, David Selovin, fotografo digitale e Bianca Maria Scotton, creativa digitale. </p><p>L’incontro “Come nasce un video” ha invece l’obiettivo di promuovere la creatività degli studenti e delle studentesse attraverso il linguaggio audiovisivo, offrendo una panoramica delle fasi di lavorazione e realizzazione di un video. Intervengono gli esperti nel settore dell’audiovisivo Karma Gava, filmmaker, autore e docente di laboratori di sceneggiatura; Davide Santinello, filmmaker specializzato in documentari, video storytelling e ADV; Troupe de “Il frigo di libri”, Premio miglior corto 48ore Festival Corti a Ponte 2023; Beatrice Tulli e Greta Martin, socie e volontarie dell’associazione Corti a Ponte. </p><p>La partecipazione a questi appuntamenti è riservata alle scuole che hanno prenotato l’intervento.</p>
Comunicato stampa: "Pensieri Preziosi". Artiste in dialogo. Gioielli contemporanei, un confronto sempre aperto
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<img src="/sites/default/files/images/Pensieri%20Preziosi.jpg" class="figure-img img-fluid">
</figure><br><p>L’Oratorio di San Rocco, a partire dal 18 novembre ospita la 18a edizione della rassegna internazionale “Pensieri Preziosi”, dedicato alle Artiste in dialogo.<br>
Gioielli contemporanei: un confronto sempre aperto. Curata da Mirella Cisotto Nalon e realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la rassegna propone il percorso creativo di cinque personalità femminili al centro della produzione del gioiello contemporaneo in Europa. Nata per l’esigenza di promuovere il gioiello artistico contemporaneo, conosciuto e apprezzato solo da una ristretta nicchia di intenditori e appassionati anche nella nostra città, anche se Padova vanta una Scuola orafa nota a livello internazionale, la rassegna Pensieri Preziosi oggi è un punto di riferimento del settore. Diverse nell’espressione creativa, nella tecnica e nella scelta dei materiali, Karin Roy Andersson (Svezia), Carla Riccoboni (Italia-Vicenza), Bettina Speckner (Germania), Barbara Uderzo (Italia- Vicenza), Flóra Vági (Ungheria), grazie ai loro gioielli, non solo raccontano storie e frammenti di vita dando prova di capacità tecniche raffinate ma testimoniano una continua attività di sperimentazione e di ricerca. "Cinque artiste che hanno fatto del gioiello il principale strumento della loro creatività, delle mini sculture che si rivelano autentiche stratigrafie della memoria in dialogo con il corpo e con il fruitore, dove metalli come oro, argento, alluminio, titanio, ottone, ferro, acciaio, si combinano sapientemente con pietre, lacche, vernici, o materiali organici come legno, semi, pelle, tessuti, o ancora con carta, plastiche, objet trouvé, fotografie e addirittura materie vive come piante o deperibili come ghiaccio, zucchero e cioccolata", spiega la curatrice della mostra Mirella Cisotto Nalon. Con la rassegna gli organizzatori propongono “Incontri preziosi”, ciclo di appuntamenti di approfondimento aperti al pubblico per conoscere le artiste, le loro storie, la loro poetica e le loro tecniche. </p><p><em>“Le opere che compongono questa edizione di Pensieri Preziosi risultano magnetiche per l’osservatore per l’alta qualità estetica ma sono anche molto significative per la città di Padova, poiché </em><em>celebrano l’insostituibile contributo delle figure femminili nello sviluppo dell’arte orafa</em><em>” </em>dice Andrea Colasio, assessore alla cultura<em>. </em></p><p>Informazioni<br>
Pensieri Preziosi. Artiste in dialogo. Gioielli contemporanei: un confronto sempre aperto<br>
Oratorio di San Rocco, via Santa Lucia, 59<br>
dal 18 novembre 2023 al 18 febbraio 2024<br>
Orario: da martedì a domenica, ore 09:30-12:30/15:30-19:00. Chiusura: Natale, S. Stefano, Capodanno. Ingresso libero.<br>
Info: padovamusei.it </p><p>Incontri Preziosi: nell’ambito della rassegna, presso l’Oratorio di San Rocco verranno proposti 4 incontri di approfondimento con le artiste e con le studiose che hanno redatto i testi in catalogo:</p><ul>
<li>martedì 21 novembre alle ore 17.30, incontro con le opere di Flòra Vàgi e Karin Roy Andersson, introduce Nichka Marobin;</li>
<li>martedì 28 novembre alle ore 16.00, incontro con Carla Riccoboni e le sue opere, introduce Mirella Cisotto Nalon;</li>
<li>martedì 5 dicembre alle ore 16.00, incontro con Barbara Uderzo e le sue opere, introduce Mirella Cisotto Nalon;</li>
<li>martedì 12 dicembre alle ore 17.30, incontro con le opere di Bettina Speckner illustrate da Luisa Bazzanella Dal Piaz.</li>
</ul>