Comunicato stampa: graduatorie scuole dell'infanzia comunali
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Sono state pubblicate le graduatorie per le scuole dell’infanzia comunali per il prossimo anno scolastico. Sono pervenute 302 domande su 280 posti disponibili. I posti assegnati sono 254. Non è stato possibile assegnare tutti i posti in quanto, per due scuole, Il mago di Oz e Wollemborg, sono pervenute meno domande rispetto ai posti disponibili. Pertanto le domande rimaste in lista d’attesa sono 48.</p><p><em>"Come tante strutture in città anche le scuole dell'infanzia comunali risentono della crisi demografica. Nel complesso i posti richiesti sono inferiori alla disponibilità anche se alcune scuole hanno una lista d'attesa</em> - precisa l’assessora alle politiche scolastiche Cristina Piva - <em>Queste richieste potrebbero essere soddisfatte dell'assegnazione della seconda scelta che verrà presa in esame successivamente</em>".</p><p>La lista d’attesa riguarda 7 scuole (Bruno Munari, Cremonese, Girotondo, Il girasole, Luigi Gui, Sant’Osvaldo, San Lorenzo da Brindisi) per le quali sono pervenute più domande rispetto ai posti disponibili. Alla scuola Rossi sono pervenute domande uguali ai posti disponibili.<br>
La percentuale di accoglibilità delle domande pervenute rispetto ai posti assegnati è stata pertanto dell’84,1%.</p><p>Le famiglie dei bambini ammessi saranno contattate dall'ufficio per la conferma dell'accettazione del posto.</p>
I menù degli Asili nido

In tutti gli Asili nido esistono cucine interne, solo per l'Asilo nido integrato "Girotondo", sprovvisto di cucina interna, il pasto viene preparato e consegnato caldo dalla ditta incaricata del servizio di refezione (menù veicolato).
Il menù è preparato, come previsto nell' allegato D del capitolato, su base mensile e stagionale dalle dietiste del Comune di Padova, in collaborazione col servizio nutrizione ed igiene degli alimenti dell'Ulss 6 Euganea.
Il servizio veicolato è affidato alla ditta Dussmann Service srl che si avvale, per la preparazione dei pasti veicolati, del centro di cottura comunale.
Di seguito i menù stagionali proposti:
I menù delle Scuole dell'infanzia
Comunicato stampa: "Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris" al San Gaetano
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>A 150 anni dalla prima mostra a Parigi che sancì la nascita del movimento Impressionista nel 1874, dal 9 marzo al Centro Culturale Altinate | San Gaetano di Padova verrà dedicato un tributo a colui che è passato alla storia come padre della corrente artistica più amata al mondo: Claude Monet.</p><p>Era il 15 aprile 1874 quando, nella galleria del fotografo Félix Nadar in boulevard des Capucines 35 a Parigi, venne inaugurata una mostra che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’arte.</p><p>Una mostra “indipendente”, lontana dai canonici stilemi compositivi e accademici, con centosessantacinque opere eseguite da trentuno artisti appartenenti alla cosiddetta “Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori”, tra cui gli allora sconosciuti Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cezanne, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Edgar Degas, Berthe Morisot. Opere ritenute sovversive e che non incontrarono un esito positivo di pubblico e critica portando a un completo fallimento dell’esposizione.</p><p>Una rivoluzione che prese il via proprio dal titolo di un’opera di Claude Monet “<em>Impression, soleil levant”</em> dipinta nel 1872 e attualmente custodita presso il Musée Marmottan Monet di Parigi, in cui viene impressa sulla tela l’impressione di un sole che sorge, una fugace sensazione piuttosto che una vivida riproduzione della realtà, mettendo al centro il colore e la luce. È da questo capolavoro di Monet che il critico Louis Leroy coniò il termine “Impressionismo”, il momento dal quale tutto ebbe inizio, consacrando il movimento impressionista come la corrente artistica più amata dal grande pubblico in tutto il mondo.</p><p>E oggi, Arthemisia insieme al Comune di Padova e al Musée Marmottan Monet di Parigi, darà vita ad un racconto emozionante, attraverso l’esposizione di 60 capolavori – tra cui le Ninfee, gli Iris, i Paesaggi londinesi e molti altri ancora – arricchiti da sale spettacolari, tantissimi contenuti, video, testimonianze e atmosfere magiche. Le opere esposte nella mostra sono quelle conservate al Musée Marmottan Monet che custodisce la più grande e importante collezione di dipinti dell'artista francese, frutto della generosa donazione fatta dal figlio Michel nel 1966. Sono le opere a cui Monet teneva di più, le “sue” opere, quelle che ha conservato gelosamente nella sua casa di Giverny fino alla morte, da cui non ha mai voluto separarsi. La mostra è quindi anche un viaggio nel mondo intimo di Monet, nella sua casa e nella sua anima.</p><p>L’esposizione rappresenta anche un evento eccezionale dal momento che è una delle ultime occasioni, almeno per qualche anno, per poter vedere in Italia le maggiori opere di Monet. A Padova saranno esposti capolavori quali <em>Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon</em> (1880), <em>Il treno nella neve. La locomotiva</em> (1875), <em>Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi</em> (1905), oltre a tutte le opere di grandi dimensioni come le eteree <em>Ninfee</em> (1917-1920) e gli evanescenti <em>Glicini</em> (1919-1920).</p><p>La mostra "<em>Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris</em>", promossa dal Comune di Padova, è prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi ed è curata da Sylvie Carlier, curatrice generale del Musée Marmottan Monet, con la co-curatela della storica dell'arte Marianne Mathieu e l'assistente alla curatela del Musée Marmottan Monet Aurélie Gavoille.</p><p>La mostra vede come <em>sponsor</em> Generali Valore Cultura e AcegasApsAmga, <em>media partner</em> la Repubblica,<em> special partner</em> Ricola e <em>mobility partner</em> Frecciarossa Treno Ufficiale. Catalogo edito da Skira.</p><p><strong>LA MOSTRA</strong></p><p>Il Musée Marmottan Monet, di proprietà dell'Académie des Beaux-Arts di Parigi, accoglie la più grande collezione al mondo di opere di Claude Monet, con l’intento di far conoscere l'opera dell'artista e renderla accessibile al maggior numero possibile di persone, in particolare attraverso mostre temporanee. La mostra al Centro Culturale Altinate | San Gaetano – che presenta sessanta opere che comprendono i capolavori di Monet, ma anche lavori di Delacroix, Boudin, Jongkind, Renoir e Rodin, che furono suoi maestri e amici – si fa portavoce di questa ambizione ed è particolarmente significativo in quanto rappresenta la prima esposizione delle opere provenienti dall'istituzione parigina nella città di Padova. L’esposizione passa in rassegna le tappe della ricerca artistica del pittore: dagli inizi della sua carriera sulla costa della Normandia, attraverso i viaggi in Olanda, Norvegia e Londra, fino all'opera finale, le Ninfee, dipinti che il pittore ha conservato gelosamente nella sua casa di famiglia a Giverny, fino alla sua morte. È un’occasione per immergersi nella rigogliosa creatività di Monet e coglierne le fonti di ispirazione, trasportati nel suo mondo intimo.</p><p><strong>Prima sezione - <em>Le origini del Musée Marmottan Monet: dall'impero all'impressionismo</em></strong></p><p>Nel 1932, Paul Marmottan (1856-1932) lasciò in eredità il suo palazzo nel 16° <em>arrondissement </em>di Parigi e le sue collezioni all'Académie des Beaux-Arts che, nel 1934, trasformò l'edificio in un museo. I mobili imperiali e i dipinti neoclassici sono una dimostrazione della passione di Marmottan per l'arte dell'Europa napoleonica e costituiscono la prima collezione dell'istituzione parigina che nel 1999 ha adottato il nome di Musée Marmottan Monet. L'aggiunta del cognome del grande pittore riflette l'arricchimento dell'istituzione stessa che attualmente conserva la prima collezione al mondo di opere dell'artista. Questo eccezionale ensemble è nato nel 1940 grazie alla donazione di Victorine Donop de Monchy, di cui è qui esposto un ritratto di Renoir, oltre a due dei capolavori da lei donati al museo,<em> La primavera tra i rami </em>e <em>Il treno nella neve. La locomotiva</em>, entrambi di Claude Monet. Nel 1966 il museo diventa depositario della prima collezione al mondo di opere di Claude Monet (1840-1926) grazie al lascito del figlio più giovane e discendente diretto del pittore, Michel Monet che, oltre al busto di Monet di Paulin, aggiunge alle collezioni dell'istituzione un centinaio di dipinti del padre, dagli esordi fino all'ultimo periodo. Quaranta di loro costituiscono il nucleo di questa mostra.</p><p><strong>Seconda sezione - <em>Il Plein Air</em></strong></p><p>Nell'Ottocento, l'avvento della ferrovia e l'invenzione della pittura tubolare diedero ai pittori una maggiore libertà di movimento, insieme alla possibilità di dipingere all'aperto, pratica che però aveva i suoi limiti. Costretti a spostarsi con il loro materiale, gli artisti scelsero tele di piccolo formato e facili da trasportare. Dovevano anche dipingere velocemente, per catturare ciò che vedevano all'istante. La pennellata più veloce e l'alleggerimento della tavolozza in pieno giorno rendono visibile la lavorazione. Furono Johan Barthold Jongkind (1819-1891) e Eugène Boudin (1824-1898) a introdurre Monet a questa pratica. Il pittore viaggiò regolarmente in Francia e compì diversi viaggi all'estero con l'obiettivo di dipingere paesaggi marini, paesaggi e scene di vita familiare, come il ritratto abbozzato della moglie Camille (1870). In alcune delle sue sessioni en <em>plein air</em>, Monet si avvalse dei servizi di un facchino, come Poly, che incontrò a Belle-Île nel 1886 e di cui dipinse un ritratto.</p><p><strong>Terza sezione - <em>La luce impressionista</em></strong></p><p>Con la decisione di lasciare lo studio e dipingere dalla natura, gli impressionisti ruppero con la gerarchia dei generi nella pittura. Da quel momento in poi, ciò che prevale non è più tanto il soggetto quanto la sensazione provocata da un paesaggio o dalle scene di vita moderna. Diventato un maestro della pittura en plein air, Monet dedicò tutta la sua vita a catturare le variazioni luminose e le impressioni cromatiche dei luoghi che guardava. Più che il motivo, il suo interesse era rivolto alla trasfigurazione di quest'ultimo attraverso l'opera della luce. Per cogliere questa luce cangiante, il pittore lavorava rapidamente con pennellate successive e non esitava ad avventurarsi in luoghi esposti a repentini cambiamenti del tempo. La costa della Normandia, i suoi tramonti e i paesaggi dell'Olanda, dove tornò nel 1886, gli permisero di avvicinarsi alle intensità luminose di una natura ancora selvaggia.</p><p><strong>Quarta sezione - <em>Il giardino di Monet a Giverny. Oltre l'impressionismo</em></strong></p><p>Nel 1883 il pittore si stabilì a Giverny. Nel 1890 divenne proprietario della tenuta e da allora non lasciò mai più la valle della Senna. Migliorata la sua situazione economica, poté dedicarsi quasi esclusivamente per vent'anni all'allestimento della casa, e soprattutto alla progettazione del giardino. Questa ritrovata stabilità gli ha permesso di esplorare i dintorni e di affinare la sua visione e lo studio della natura dipingendo ogni aspetto delle piante e dei fiori che lo circondano. La figura umana scomparve progressivamente dalla sua opera, il cui unico soggetto finì per essere l'iris<em>, </em>l'hemerocallis, l'agapanthus e soprattutto le ninfee, mentre adottò come soggetto prediletto il suo giardino acquatico. Alla fine della sua vita, Monet visse circondato dalle sue creazioni, a metà strada tra il suo studio e il suo giardino. Le opere qui esposte provengono dalla sua casa e costituiscono, per la loro eccezionalità e dimensione, un insieme unico al mondo.</p><p><strong>Quinta sezione - <em>Le grandi decorazioni</em></strong></p><p>Dal 1914 fino alla sua morte nel 1926, Monet raffigurò il suo giardino acquatico a Giverny in centoventicinque pannelli di grande formato, una selezione dei quali donò alla Francia (quelle che oggi sono conosciute come le Ninfee dell'Orangerie). Questi dipinti monumentali, dipinti direttamente in studio, portano ad un parossismo la ricerca già iniziata con le Ninfee del 1903 e del 1907. Raffigurando un frammento del suo laghetto in formati molto grandi, Monet non solo fa a meno di qualsiasi riferimento prospettico e spaziale, ma propone anche di immergere lo spettatore in una distesa d'acqua trasformata in uno specchio: nuvole e rami di salice si riflettono sulla superficie del laghetto dove non c'è più distinzione tra sopra e sotto. Questi paesaggi senza inizio né fine ci invitano a un'esperienza contemplativa in cui basta rappresentare un fiore, un dettaglio della natura, per suggerirne l'immensità.</p><p><strong>Sesta sezione - <em>L'astrazione in questione</em></strong></p><p>Nel 1908, Monet iniziò a soffrire di cataratta, un disturbo che gli impediva di vedere chiaramente e alterava la sua percezione dei colori. Durante la lotta del pittore contro questa progressiva cecità, la sua tavolozza si riduce e domina con i marroni, i rossi e i gialli, come testimoniano all'epoca i cicli de <em>Il sentiero delle rose, i Ponti giapponesi e I salici piangenti</em>. Anche la sua pittura diventa più gestuale. Da quel momento in poi, la mano che tiene il pennello divenne visibile nei suoi dipinti. La forma si diluisce di fronte al movimento e al colore e nel suo passaggio dalla rappresentazione allo schizzo finisce per essere quasi indecifrabile. Questi dipinti da cavalletto, senza precedenti nella carriera di Monet, hanno lasciato un segno profondo nei pittori astratti della seconda metà del XX secolo.</p>
Comunicato stampa: prorogata la scadenza del bando di servizio civile universale
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale ha disposto <strong>la proroga del termine per la presentazione delle domande di Servizio Civile Universale</strong> - inizialmente previsto per giovedì 15 febbraio 2024 - <strong>alle ore 14:00 di giovedì 22 febbraio</strong>.</p><p>Il Comune di Padova seleziona 45 persone di età compresa tra i 18 e i 28 anni per la realizzazione di 7 progetti di Servizio Civile Universale negli ambiti del sociale, delle politiche giovanili, delle politiche scolastiche, della cultura e dell’integrazione. Il servizio è distribuito su 12 mesi, per 25 ore settimanali; prevede un assegno mensile di 507,30 Euro al mese e permessi retribuiti per studio, ferie e malattia.</p><p>Le candidature devono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma dedicata (<a href="http://www.domandaonline.serviziocivile.it/">www.domandaonline.servizio…;), a cui è necessario accedere con SPID. Per orientare alla scelta dei progetti e fornire informazioni sulla compilazione delle domande, l’ufficio Progetto Giovani organizza un incontro informativo martedì 20 febbraio alle 16:00. La partecipazione è gratuita, ma è consigliata la registrazione attraverso il modulo online, disponibile su <a href="http://www.progettogiovani.pd.it/">www.progettogiovani.pd.it</a>.</p><p… SERVIZIO CIVILE CON IL COMUNE DI PADOVA</p><p>La varietà dei temi e dei settori coinvolti offre ai giovani molte possibilità per trovare un progetto di loro interesse. Per alcuni è la prima esperienza dopo la scuola superiore, utile per confermare o ri-orientare la propria scelta di studio o lavoro; per altri, l’opportunità di mettere alla prova le proprie conoscenze alla fine di un percorso universitario sugli stessi temi. Ma può essere un’occasione di crescita personale anche per chi sente il bisogno di prendere un pausa di riflessione, per sperimentare le proprie abilità e individuare con più chiarezza la propria strada.</p><p>Si tratta, inoltre, di un investimento per il proprio futuro: da quest’anno, è stata introdotta la riserva di una quota pari al 15% dei posti nei concorsi della pubblica amministrazione in favore degli operatori volontari che abbiano concluso il Servizio Civile Universale senza demerito.</p><p>Tra i progetti del Comune di Padova, in particolare, ci sono ancora molti posti disponibili nell’ambito dei Servizi Sociali al sostegno di minori e adulti in difficoltà, in cui i giovani sono impegnati in attività di supporto scolastico, di accompagnamento nei percorsi di reinserimento lavorativo e di orientamento ai servizi del territorio. Si cercano volontari anche per il progetto educativo nelle scuole dell’infanzia comunali, che mette a disposizione ben 15 posti per l’affiancamento alle attività quotidiane delle insegnanti e dei bambini dai 3 ai 5 anni. Naturalmente, è ancora possibile inviare la propria candidatura anche per tutti gli altri progetti.</p><p>I PROGETTI</p><p>Di seguito una sintesi dei progetti attivati.</p><p><em>Giovani a Progetto 2024</em><br>
6 persone impegnate nelle attività dell'Ufficio Progetto Giovani, nelle aree Creatività, Informagiovani, Animazione, Spazio Europa e Comunicazione. Supporteranno le azioni e i servizi rivolti ai giovani, la realizzazione di corsi di formazione, gli incontri informativi, gli sportelli e le attività quotidiane, gli eventi speciali e i festival. Il servizio si svolgerà presso la sede di via Altinate e al PG Lab di piazza Caduti della Resistenza.</p><p><em>Piccoli Intrecci 2024</em></p><p>15 persone impegnate nelle scuole dell'infanzia comunali, in affiancamento alle insegnanti nelle attività quotidiane dei bambini dai 3 ai 5 anni, per affrontare insieme le prime fasi della socializzazione attraverso occasioni ludiche, di apprendimento e di scambi relazionali.</p><p><em>Esperienze per l’inclusione e lo sviluppo di comunità</em></p><p>4 persone coinvolte, avranno l’obiettivo di supportare e connettere gli adulti in condizione di disagio economico e sociale, favorendo orientamento e coinvolgimento nel territorio, per incontrare persone e investire nelle proprie risorse e capacità.</p><p><em>Motivazioni. Area Minori - Famiglia 2024</em></p><p>6 giovani saranno impegnati nel Settore Servizi Sociali a favore di minori e famiglie in difficoltà in contesti di gruppo, nei centri di aggregazione territoriale e nei centri estivi, o individualmente attraverso il supporto scolastico in contesti domiciliari, con l’obiettivo di rafforzare la rete sociale e offrire supporto nella gestione quotidiana degli impegni familiari.</p><p><em>Museinjeans 2024</em></p><p>6 giovani opereranno nel prestigioso complesso museale degli Eremitani e del Museo Zuckermann, partecipando alla progettazione di attività culturali oltre che alla catalogazione di opere e collezioni archeologiche e librarie.</p><p><em>Libr@mente 2024</em></p><p>4 persone impegnate nella Biblioteca Civica di Padova sia per le attività ordinarie di accoglienza dell’utenza e assistenza al prestito, sia per la progettazione e la realizzazione di attività culturali volte alla promozione della lettura.</p><p><em>Migranti e intercultura: un futuro comune </em></p><p>4 persone saranno coinvolte nel lavoro di FOCSIV – Volontari nel mondo presso l’ONG Amici dei Popoli di Padova. Il loro compito sarà quello di supportare l’integrazione di persone straniere, soprattutto minori e donne, attraverso la realizzazione di corsi di lingua italiana, laboratori didattici, doposcuola e attività di comunicazione.</p><p><br>
Per informazioni<br>
Comune di Padova – Ufficio Progetto Giovani<br>
Email: <a href="mailto:informagiovani@comune.padova.it">nformagiovani@comune.padova.it<…;
Comunicato stampa: Coltivare un orto urbano. Per under 18 all'interno del Monastero di San Bonaventura
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>A marzo, l’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova avvia un percorso di volontariato per la creazione di un orto urbano, rivolto alle studentesse e agli studenti delle scuole superiori della città, con un’età compresa tra i 14 e i 18 anni. È finalizzato a sensibilizzare ed educare al rispetto per l’ambiente e alla sostenibilità, offrendo ai giovani un’occasione di socializzazione in cui acquisire competenze utili alla gestione di un piccolo orto domestico e alla cura delle piante ornamentali.</p><p>Le attività si svolgono nei giardini e nel chiostro del Monastero di San Bonaventura, in via Cavalletto, 15 a Padova, grazie alla disponibilità delle monache di clausura Clarisse. Il progetto prosegue fino a giugno e sono previsti 1-2 appuntamenti settimanali della durata di 1 ora e mezza circa. Si svolgono in orario pomeridiano e con conclusione entro le 18:00; l’orario effettivo potrà variare in base alle ore di luce stagionali.</p><p>La partecipazione è gratuita e l’iscrizione deve pervenire, entro giovedì 22 febbraio, attraverso il modulo online disponibile su www.progettogiovani.pd.it. A richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione che gli studenti possono far valere per il riconoscimento dell’attività tra i crediti liberi.</p><p>Il progetto rientra tra le iniziative di “Verso Anime Verdi 2024“, il palinsesto di attività ed eventi in vista della settima edizione del Festival di giardini aperti, che si svolgerà a Padova il 4 e 5 maggio 2024.</p><p><strong>IL PROGETTO</strong></p><p>Il progetto intende offrire un’occasione di volontariato e di apprendimento non formale, nell’ambito del quale le ragazze e i ragazzi hanno l’opportunità sperimentare le proprie abilità e ricavare soddisfazioni concrete dal risultato del proprio lavoro. Una parte del raccolto, infatti, è destinata ai partecipanti, mentre la restante verrà donata alla comunità religiosa del Monastero.</p><p>«Sono felice di questa sperimentazione, è un'importante occasione di educazione ambientale per le giovani generazioni, che si stanno dimostrando molto attente e sensibili a questo tema» dichiara Pietro Bean, Consigliere comunale con delega alle politiche giovanili. «Conoscere da vicino le pratiche agricole e la tutela del verde, così</p><p>come incoraggiare la partecipazione a iniziative di volontariato, costituisce un tassello importante nella formazione di giovani cittadini consapevoli e responsabili».</p><p>L’iniziativa prevede, infatti, lo svolgimento di attività pratiche e incontri di formazione in cui vengono fornite le nozioni di base sulla coltivazione delle piante orticole e ornamentali, con il supporto di tutor qualificati. L’orto così creato sarà affidato alle cure dei giovani aderenti, che vi lavoreranno suddivisi in piccoli gruppi.</p><p>I materiali e le attrezzature necessari per lo svolgimento dell’attività sono fornite dagli organizzatori e per i partecipanti è prevista la copertura assicurativa.</p><p><strong>DIVENTARE TUTOR</strong></p><p>Nell’ambito del percorso di volontariato, Progetto Giovani cerca anche un/a tutor per affiancare le studentesse e gli studenti. La persona selezionata avrà il compito di fornire ai giovani le nozioni di base relative alla coltivazione e alla cura del verde e di sovraintendere alle attività pratiche. È previsto un rimborso economico erogato dalla cooperativa esecutrice del progetto.</p><p>Possono candidarsi tutti i giovani con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, con un forte interesse per l’agricoltura, l’ecologia e la sostenibilità. È richiesta una formazione scolastica tecnico-professionale in ambito agrario oppure essere iscritti o laureati in Scienze Agrarie. La candidatura deve pervenire entro domenica 18 febbraio, compilando il modulo di iscrizione e inviando il proprio curriculum secondo le modalità descritte su <a href="http://www.progettogiovani.pd.it" id="LPlnk290597" rel="noopener noreferrer" target="_blank">www.progettogiovani.pd.it</a>.</p><div><br>
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Comunicato stampa: è mancato Gustavo Millozzi, una delle figure più significative della fotografia a Padova ed in Italia dal dopoguerra ad oggi
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>E’ mancato, sabato scorso 3 febbraio, Gustavo Millozzi, una delle più significative figure della fotografia, a Padova e in Italia, del dopoguerra. Nato a Torino il 18 maggio del 1934, si era poi trasferito nel 1940 a Venezia, dove aveva iniziato, nel 1958, la sua attività di fotografo nel Circolo Fotografico La Gondola, assieme ad altri giovani che sarebbero poi diventati autori famosi della fotografia italiana e coi quali ha coltivato lunghe e profonde amicizie. Parliamo di personaggi come Gianni Berengo Gardin, Paolo Monti, Elio Ciol, Giuseppe Bruno e Fulvio Roiter. In quell’atmosfera carica di entusiasmo e di stimoli, Gustavo evidenzia subito le sue due grandi capacità: da una parte quelle di fotografo, dall’altra quelle di organizzatore e promotore di iniziative culturali, diventando rapidamente segretario del Circolo La Gondola. Nel 1962 si trasferisce a Padova per motivi di lavoro (a differenza degli autori con i quali aveva condiviso gli anni veneziani, per lui la fotografia non diventerà un professione) e fonda il Fotoclub Padova, che in breve tempo diventa uno dei più importanti d’Italia; nel 1967 viene organizzata la prima edizione del “Premio Città di Padova” che si impone come uno dei concorsi più considerati a livello nazionale e importante luogo di dibattito tra i fotografi italiani. In quegli anni e nei successivi fino alla fine degli anni ‘70 gli vengono conferiti numerosi riconoscimenti e incarichi a livello nazionale. Già nel 1980 è insignito, per i suoi contributi culturali, dell’onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana. A Firenze nel 1991 riceve il premio nazionale “Una vita per la fotografia”, e, a Padova, nello stesso anno fonda e diviene presidente di un altra importante associazione, il Gruppo Fotografico Antenore. Dal 1993 fino al 2003 organizza la manifestazione FotoPadova, all’interno della Fiera, un grande successo sia per i fotografi presenti che per il numerosissimo pubblico. L’evento annuale comprendeva concorsi, mostre e proiezioni fotografiche, mercato dell’antiquariato ed usato fotografico, un premio per i libri fotografici, il premio “Dietro l’obiettivo, una vita” e offriva sale di posa per il pubblico, stand delle case fotografiche, editoria del settore, stages e dibattiti culturali, su un’area di oltre 5000 mq.</p><p>Sempre in quegli anni è stato chiamato a far parte, della Consulta per la Fotografia dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova con l’incarico di Presidente, Consulta che aveva lo scopo di proporre le varie iniziative culturali promosse dal Centro Nazionale di Fotografia di Padova del quale egli è stato tra i promotori.</p><p>Altrettanto significativo il percorso di Gustavo Millozzi come fotografo. Tra le centinaia di riconoscimenti che le sue immagini hanno ottenuto, sicuramente iconiche sono quelle realizzate a Venezia tra la fine degli anni ‘50 e la metà dei ‘60. In una recente intervista alla rivista on line The Mammoth Reflex, Gustavo Millozzi descriveva così il suo essere fotografo: “Quando da bambino sono arrivato a Venezia nel lontano 1940 l’ho subito vista come una città abitata dai colombi, dai gatti e dai bambini, soprattutto da quest’ultimi: venivo da Torino dove i piccoli non li vedevi mai soli per le strade. A Venezia, invece, grazie all’assenza di pericoloso traffico, riempivano senza limitazioni, campi (ognuno aveva la sua “banda”), fondamenta e calle con i loro giochi. E non erano neppure rari i tuffi nei canali. Un particolare modo di vivere che ho ripreso con la macchina fotografica. Nel tempo ne è risultata una nutrita serie di immagini alle quali son particolarmente legato e una specifica mostra” Una fotografia, la sua, figlia di quei tempi, e che molti critici definiscono neorealista. Su questo punto però Millozzi aveva un’idea un po’ diversa che sempre nell’intervista a The Mammoth Reflex focalizza così: “Non posso escludere che nei miei lavori si celino delle note che portino critici e storici a definirmi come fotografo neorealista. Io però mi sento molto più vicino alla corrente umanista e ancor più legato a quella lirico-realista della École de Venise, come la definì il fotografo-critico Daniel Masclet quando negli anni ’50 fu esposta a Parigi una mostra del circolo fotografico La Gondola. D’altro canto, devo tanto della mia formazione all’adesione di quel sodalizio dove furono miei maestri – tra altri – anche Gianni Berengo Gardin, Giuseppe “Bepi” Bruno, Paolo Monti e Luciano Scattola”. Venezia e la sua terraferma Millozzi ha continuato a scandagliarle a lungo negli anni successivi, non più in bianco e nero ma a colori, anche con un lavoro, intitolato “Terre“ che in qualche modo ha precorso tanti reportages di denuncia sul degrado ambientale di Porto Marghera. Le foto, esposte assieme ai bianchi e neri veneziani nel settembre del 2021 a Palazzo Zuckermann, ritraggono infatti in modo asciutto e diretto il terreno di Porto Marghera ricoperto di cumuli di inerti, minerali, scarti di fonderie e di lavorazioni chimiche, in un sovrapporsi di colori che nascondono veleni di ogni specie.</p><p>La scomparsa di Gustavo Millozzi è una grave perdita per la fotografia italiana e per la città di Padova, nella quale è stato per decenni un animatore culturale instancabile e un maestro per generazioni di fotografi. L’<strong>assessore alla cultura Andrea Colasio</strong> sottolinea: “<em>Il ruolo svolto da Giustavo Millozzi nella nostra città in oltre sessant’anni è fondamentale non solo per la fotografia, che nella nostra città ha sempre avuto un ruolo significativo, ma anche per tutto il mondo culturale di cui è stato un assoluto protagonista e giustamente nel 2014 era stato insignito del Sigillo della Città. Il suo punto di vista, talvolta controcorrente, ma sempre ben costruito e motivato, non poteva essere trascurato. E’ stato un uomo poliedrico, capace di impegnarsi sempre ai massimi livelli, in ruoli molto diversi: fotografo, opinionista, didatta, curatore di rassegne fotografiche, e attività legate alla fotografia, e anche grande divulgatore. Mancherà alla fotografia, mancherà a Padova</em>”.</p>
Comunicato stampa: "Sport per tutti secondo ciascuno”; il progetto iilustrato oggi ai media all’Istituto Leonardo da Vinci
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Il <strong>Settore Servizi Sportivi del Comune di Padova </strong>promuove e sostiene da tempo una serie di progettualità legate alla disabilità. I progetti vogliono costruire un'occasione di incontro tra le persone con disabilità, le associazioni cittadine che sono impegnate in percorsi di integrazione e le scuole.</p><p>Tra questi progetti <em>“Sport per tutti secondo ciascuno”</em> rappresenta un momento di contatti tra gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado con il mondo dello sport paralimpico.</p><p>L’iniziativa prevede un incontro di formazione sullo sport paralimpico e due appuntamenti pratici, uno dedicato alla disabilità motoria e uno a quella sensoriale, in cui i ragazzi possono sperimentare le difficoltà quotidiane delle persone con disabilità e provare alcuni sport come il basket in carrozzina e il torball, gioco di squadra con la palla giocato da persone non vedenti o ipovedenti, accompagnati da istruttori esperti.</p><p>Nello scorso anno scolastico “Sport per tutti secondo ciascuno” ha coinvolto oltre 300 studenti di otto scuole padovane.</p><p>"<em>Questo è uno dei progetti più importanti che portiamo avanti come Comune</em> – spiega<strong> l’assessore allo Sport Diego Bonavina</strong> in occasione dell’incontro aperto tenuto all’istituto Leonardo da Vinci, grazie alla disponibilità della dirigente Alessandra Garrì e degli insegnanti Milena Giannone, Simona Brugnoli e Marco Navarro – <em>andiamo nelle scuola a parlare di integrazione e inclusione. Lo facciamo facendo provare direttamente ai ragazzi cosa significa avere una disabilità, motoria o sensoriale. I risultati sono importanti, ce lo dicono gli insegnanti che ci restituiscono le risposte da parte dei ragazzi. All’inizio magari alcune attività sono accolte con ritrosia, ma poi i ragazzi capiscono le difficoltà e le situazioni che vivono le persone con disabilità. E questo è un grande risultato per l’integrazione e il rispetto del prossimo</em>".</p><p>Il progetto è rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado di Padova, che per aderire possono scrivere a <a href="mailto:unoacentopadova@gmail.com" id="OWAf50ebc88-8c74-3733-1493-fe533ea9b237">unoacentopadova@gmail.com</a> oppure a <a href="mailto:servizisportivi@comune.padova.it" id="OWA1b705ba4-cf6f-2578-b99f-c13bb56de105">servizisportivi@comune.padova.it</a>.</p><p>Gli altri progetti</p><p><strong>Sport anch'io</strong><br>
Attività sportive praticate ogni quindici giorni il sabato mattina, integrate da soggiorni residenziali per praticare gli sport della neve, dell'orientamento e del mare. Sono indirizzate a persone che frequentano Centri Diurni, Cooperative di lavoro e gruppi di volontariato. Sono state venti le giornate di attività lo scorso anno, con una cinquantina di partecipanti.</p><p><strong>Sport nei Centri Diurni</strong><br>
Attività di educazione motoria, svolte per piccoli gruppi, gestite da una equipe integrata, inserite all'interno della programmazione settimanale delle strutture Anffas, Irpea e Ulss 16.</p><p>L’anno scorso sono stati organizzati tredici corsi di attività motoria con un’ottantina di partecipanti complessivamente.</p>
Conferenza stampa: presentazione della XI edizione del "Premio LiNUTILE del Teatro". La Mia Opera Prima
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Sarà esclusivamente under25 l’XI edizione del "Premio LiNUTILE del Teatro", che si terrà sul palcoscenico di via Agordat 5 da venerdì 2 febbraio a domenica 24 marzo: cinque appuntamenti dedicati a giovani compagnie e autori selezionati attraverso due bandi nazionali dalla Compagnia Giovani de LiNUTILE, composta anch’essa da ragazze e ragazzi diplomati all’Accademia dello spazio off padovano. La presentazione dell'evento in conferenza stampa:</p><p><strong>martedì 30 gennaio 2024, ore 11:30<br>
sala Giulio Bresciani Alvarez - Palazzo Moroni</strong></p><p>saranno presenti</p><ul>
<li>Andrea Colasio, assessore alla Cultura</li>
<li>Marta Bettuolo, direttore Teatro de LiNUTILE</li>
<li>Stefano Eros Macchi, direttore Teatro de LiNUTILE Compagnia giovani de LiNUTILE</li>
</ul><div><br>
</div>
Comunicato stampa: Erasmus+ per la scuola, Progetto giovani e Europe Direct Padova organizzano una formazione per insegnanti
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>L’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova e il Centro Europe Direct Padova, in collaborazione l’Istituto “Pietro Scalcerle”, organizzano un appuntamento di formazione per docenti e personale scolastico dedicato al programma Erasmus+ per la scuola.<br>
L’appuntamento si svolge <strong>martedì 6 febbraio 2024</strong>, dalle ore 14:30 alle 17:30, presso l’aula magna dell’Istituto Scalcerle, in via delle Cave, 174 - Padova.<br>
La partecipazione è gratuita, ma è richiesta l’iscrizione attraverso il modulo online disponibile su <a href="http://www.progettogiovani.pd.it" target="_blank">www.progettogiovani.pd.it</a>.</p><p>L’appuntamento è rivolto sia a chi si approccia per la prima volta al mondo Erasmus+, sia a chi ha già presentato progetti e ha interesse nello scambio di buone pratiche con colleghi e colleghe esperte in materia. Per i principianti vengono fornite informazioni di base sulle opportunità messe a disposizione dal programma, le linee guida per la scrittura dei progetti e le principali metodologie di una gestione efficace. Interviene il corpo docente dell’Istituto Scalcerle, da anni attivo nella scrittura di progetti Erasmus+ ed esperto nell’invio e nell’accoglienza di studenti e insegnanti, per presentare programma, progetti e buone pratiche.</p><p><strong>GLI INTERVENTI</strong></p><div>• Breve introduzione al programma Erasmus+ (B. Littlewood)</div><div>• Accreditamento e mobilità settore VET (M. Gasparello)</div><div>• Application call annuali e progetto Erasmus Pro (M. Faggin)</div><div>• Fasi di gestione e azione incoming (A. Paghera)</div><div>• Tutoraggio e inclusione (V. Lo Piccolo)</div><div>• Mobilità staff (M. Maggia)</div><div>• Domande dei partecipanti</div><p><strong>IL PROGRAMMA ERASMUS+</strong><br>
Le opportunità per il mondo della scuola nell’ambito del programma Erasmus+ mirano a migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione, al fine di permettere a tutti i cittadini europei di acquisire le competenze fondamentali definite dal quadro strategico Istruzione e Formazione dell’Unione europea: entro il 2025, tutti dovrebbero avere accesso a un'istruzione e a una formazione di qualità in un autentico spazio comune europeo dell'apprendimento. Studenti e insegnanti dovrebbero essere in grado di spostarsi facilmente tra i sistemi educativi dei diversi Stati membri, mentre una cultura dell'apprendimento permanente dovrebbe diventare la norma.</p><p>L’esperienza svolge un significativo supporto nell’orientamento verso il proprio percorso formativo e lavorativo futuro e arricchisce i beneficiari di una prospettiva educativa e culturale di respiro europeo. Attraverso i progetti Erasmus+, classi intere o gruppi di studenti possono visitare scuole partner, mentre i singoli studenti hanno la possibilità di trascorrere un periodo più lungo in una scuola di un altro Paese. Il Programma prevede anche attività di didattica collaborativa a distanza all’interno della community europea di docenti eTwinning.</p><p><strong>Per informazioni</strong><br>
Ufficio Progetto Giovani, sito <a href="http://www.progettogiovani.pd.it" target="_blank">www.progettogiovani.pd.it</a> - email <a href="mailto:evs@comune.padova.it">evs@comune.padova.it</a></p>