Iniziative per la Giornata della donna - 2025
Incontro "21 tappe per l'equità di genere nello sport italiano"
Piano per la parità di genere 2022/2024
Carta Etica per lo sport femminile
Comunicato stampa: 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dalla Rete Re.a.dy la richiesta di intervento per garantire diritti ai bambini e alle bambine delle famiglie omogenitoriali
<?xml encoding="utf-8" ?><br><div>Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e gli enti della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), tra cui il Comune di Padova, colgono l’occasione per ricordare che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede che<em> “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. </em>Per rendere effettivo questo impegno, chiedono al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nate da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie.</div><div>L’obiettivo è continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nate e cresciute da coppie di persone eterosessuali.</div><div>La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l'assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell'Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.</div><div>Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, alla quale parteciparono Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento alla nascita della doppia genitorialità; sui Sindaci e sulle Sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nella compilazione dell’atto di nascita di figli e figlie delle coppie omogenitoriali, sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.</div><div>Il 20 novembre ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che come ogni anno vede molti enti partner della Rete impegnati ad organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale.</div><div> </div><div><strong>L’assessora ai diritti umani e allo stato civile del Comune di Padova, Francesca Benciolini</strong>, sottolinea: “<em>Le famiglie omoaffettive sono parte della nostra comunità, i loro figli e figlie sono nostri concittadini e concittadine ed è quindi per noi ovvio che i loro diritti e la loro tutela siano per noi di primaria importanza. E’ la Costituzione stessa a ricordarci che è nostro compito rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e in questo momento siamo in attesa, insieme a tante famiglie, che la Corte Costituzionale si pronunci proprio su questa materia. Nel frattempo il nostro Comune continuerà a mettere in campo tutte le azioni possibili perché “il maggiore interesse dei minori” sia sempre tutelato e il benessere loro e delle loro famiglie, come quello di ogni persona del nostro territorio, sia garantito</em>”.</div><div> </div><div><strong>La consigliera comunale Etta Andreella </strong>aggiunge: “<em>Se intendiamo parlare oggi dei diritti delle bambine e dei bambini delle coppie omogenitoriali dobbiamo partire dalle parole chiave: riconoscimento e identità, ma anche rispetto, inclusione, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione. Inoltre se parliamo di diritti dobbiamo riconoscere che ci sono persone in Italia che non vi accedono e, conseguentemente, dobbiamo essere molto chiari nel dichiarare che se i diritti non sono di tutte e di tutti non sono diritti ma privilegi. Se vogliamo che i diritti dei bambini e delle bambine della coppie omogenitoriali vengano riconosciuti, non come un’elargizione ma come un dato di fatto in un Paese che si dice democratico, dobbiamo chiedere a gran voce al Parlamento e al Governo di questo Paese di esprimersi per garantire tali diritti e di riconoscere uguale dignità a tutte le famiglie".</em></div>
Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2024
Comunicato stampa: si vota la statua della donna padovana
<?xml encoding="utf-8" ?><br><div>
<div>
<p>Fino al 10 novembre è possibile esprimere on line, su un’apposita pagina di Padovanet, il proprio voto per scegliere quale donna, tra le sei indicate, sarà ricordata con una statua da posizionare nella zona del Liston, in centro città. L'Assessorato alla cultura del Comune di Padova, infatti, intende intitolare una statua ad una personalità femminile che sia stata un punto di riferimento importante nella storia politico-culturale della città</p>
<p>Si tratta della seconda fase del percorso partecipato, iniziato lo scorso 29 aprile, con il quale le cittadine, i cittadini e le associazioni erano stati invitati ad inviare entro il 30 giugno una o più candidature, accompagnate da una nota di presentazione di massimo 5.000 battute.</p>
<p>Tra tutte le personalità indicate, sono state scelte le sei che hanno raccolto il consenso maggiore.</p>
<p>Ora è arrivato il momento di dare voce alla cittadinanza per votare la figura femminile più meritevole a cui dedicare una nuova statua nel cuore di Padova. Quasi tutte le statue commemorative presenti nel nostro centro cittadino sono dedicate a figure maschili e per questo motivo il Comune di Padova ha deciso di avviare un progetto per rendere omaggio ad una figura femminile di grande valore storico, culturale o sociale.</p>
<p>Per favorire e incentivare la partecipazione di tutti i cittadini è stata realizzata una apposita campagna di comunicazione che utilizza tutti i canali digitali a disposizione del Comune. E’ coinvolta la pagina istituzionale di Padovanet, che è giornalmente visitata da 20mila persone, i canali Facebook che ha 70mila iscritti e Instagram con un video esplicativo e appositi post.</p>
<p><strong>L’assessore alla cultura Andrea Colasio</strong> spiega: “<em>La realizzazione di una statua dedicata ad una donna padovana è un impegno che questa amministrazione aveva preso anche a seguito di una deliberazione del Consiglio Comunale che recepiva una attenzione che era cresciuta negli ultimi anni a livello di comunità padovana. Da oggi i padovani hanno il pallino in mano, la parola passa a loro, perché nel sito Padovanet troveranno uno spazio dedicato dove esprimere la loro preferenza tra sei candidate che sono quelle che nella votazione dello scorso aprile i padovani hanno indicato come quelle che hanno maggiormente lasciato una traccia nella storia della città. Si va dal ‘300 agli anni ’80 del secolo scorso, e questo è molto importante. Collocheremo la statua nel Liston, perché se deve essere una operazione di grande significato simbolico, e sottolinei la volontà di riequilibrare la presenza di genere che è sbilanciata a favore del genere maschile, è importante cominciare dai luoghi simbolici. Una volta completata questa fase di scelta on line entro la fine dell’anno sarà pubblicato un bando che invita gli artisti a partecipare sottoponendo alla commissione statue un bozzetto dell’opera che intendono realizzare. Daremo solo due indicazioni: il costo massimo che potremo sostenere per l’opera, e l’obbligo di usare materiali che resistano a lungo agli agenti atmosferici, visto che la statua sarà collocata all’aperto. Non ci saranno invece vincoli di tipo estetico ed espressivo</em>”.</p>
<p><strong>Le Candidate </strong></p>
<p><strong>Fina Buzzaccarini (Padova, 1328 – Padova, 1378) </strong><br>
Moglie di Francesco I da Carrara, ha commissionato la ristrutturazione del Battistero di Padova, contribuendo alla creazione di uno dei cicli pittorici più importanti del Trecento.</p>
<p><strong>Massimilla Baldo Ceolin (Legnago, 12 agosto 1924 – Padova, 25 novembre 2011) </strong><br>
Fisica e prima donna a ricoprire una cattedra di Fisica Superiore all'Università di Padova, ha contribuito alla ricerca sulle particelle elementari e le interazioni deboli.</p>
<p><strong>Vittoria Aganoor Pompilj (Padova, 26 maggio 1855 – Roma, 8 maggio 1910) </strong><br>
Poetessa di spicco della cultura italiana tra '800 e '900, autrice di liriche che esplorano temi profondi come l'incomunicabilità e il desiderio di libertà.</p>
<p><strong>Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (Venezia, 5 giugno 1646 – Padova, 26 luglio 1684) </strong><br>
Prima donna laureata al mondo, esempio di emancipazione femminile, dotata di intelligenza e grandezza d’animo, dedita allo studio e alla conoscenza.</p>
<p><strong>Gualberta Alaide Beccari (Padova, 1842 – Bologna, 1906) </strong><br>
Attivista e scrittrice, fondatrice del periodico "La Donna", dedicato a informare e educare le donne in ambito politico, letterario, scientifico e artistico.</p>
<p><strong>Sibilia de Cetto (Padova, 1350 circa – Padova, 12 dicembre 1427) </strong><br>
Nobildonna e filantropa, fondatrice dell'Ospedale di San Francesco Grande, simbolo di carità e impegno sociale nel cuore di Padova. </p>
</div>
</div><div>
<div> </div>
</div>
Comunicato stampa: il sindaco Sergio Giordani sull’approvazione ieri in Consiglio comunale della mozione di sostegno allo "ius scholae"
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>“<em>Il Consiglio comunale ieri non ha approvato un atto di parte ma ha indicato una buona direzione di buon senso per tutta la nostra comunità cittadina. Bambine e bambini, che poi diventano giovani adulti dopo un percorso di studi nelle nostre scuole, di sport nelle nostre società padovane, di amicizie senza distinzione con i loro coetanei e spesso di generoso volontariato sono assolutamente italiani nei fatti ben prima che in maniera burocratica. Negare questa fulgida realtà fa male al futuro di Padova che noi vogliamo sempre più coeso, ricco di opportunità per tutti e proiettato verso obiettivi sempre migliori di giustizia ed equità. La cittadinanza è lo strumento principe tramite il quale una persona persegue in maniera collettiva gli sforzi per rendere migliore il posto in cui vive, negarla a chi ne avrebbe sostanziale diritto ci danneggia tutti</em>”.<br>
Sergio Giordani</p>
Comunicato stampa: approvato un nuovo Regolamento per l’attuazione e la gestione delle identità alias per il personale dipendente del Comune di Padova
<?xml encoding="utf-8" ?><br><div>La Giunta comunale ha approvato nella scorsa seduta un nuovo Regolamento per l’attuazione e la gestione dell’identità alias. Si tratta di un documento redatto dal Settore Risorse Umane che regola e disciplina l’attivazione e la gestione di una identità alias per tutto il personale che non si riconosce nell’identità di genere anagrafica e/o che sta compiendo un percorso di transizione di genere.</div><div>Tutte le persone che vorranno potranno quindi richiedere al settore competente e alla dirigente alle risorse umane l’attribuzione di un’identità elettiva da utilizzare nella fase di transizione e di cambio di genere. Dopo la richiesta e dopo la sottoscrizione di un accordo di riservatezza specifico per tutelare la privacy delle persone che faranno questa scelta, l’identità alias viene inserita all’interno del sistema informatico al fine del rilascio di nuovi documenti di riconoscimento come ad esempio il badge, di un nuovo account di posta elettronica, di targhette identificative e dell’aggiornamento della rubrica telefonica e degli elenchi dei dipendenti.</div><div>L’identità alias non può essere utilizzata per sottoscrivere atti e provvedimenti, né per gli atti con rilevanza verso l’esterno, dove deve essere utilizzata l’identità anagrafica che ha valore legale.</div><div>L’iniziativa risponde a uno degli obiettivi strategici di questa Amministrazione, che ha ritenuto prioritario il potenziamento dei servizi ed i progetti contro qualsiasi tipo di discriminazione, per una convivenza fondata sulla parità, sul rispetto e sulla partecipazione, con particolare attenzione alla violenza di genere e all’inclusione di tutte le persone. Non solo, questo Regolamento risponde anche alla volontà di migliorare il benessere del personale dell’Ente, garantendo a chi non si riconosce nel genere dichiarato alla nascita la possibilità di vivere in un ambiente sereno, improntato al rispetto della privacy e della dignità individuale, idoneo a favorire i rapporti interpersonali basati sul rispetto delle libertà e dell’inviolabilità della persona, riducendo possibili situazioni di difficoltà o malessere.</div><div> </div><div><strong>L’assessora alle Risorse Umane Margherita Cera </strong>commenta: “<em>Si tratta di un atto importante e molto significativo per questa amministrazione, cui siamo arrivati grazie all’impulso della consigliera Etta Andreella che ringrazio per lo stimolo, l’accompagnamento e la vicinanza nell’arrivare a questo risultato. Si tratta di un obiettivo raggiunto grazie agli sforzi degli uffici e anche a seguito del lavoro del tavolo dell’inclusione attivato proprio all’interno del Settore Risorse Umane. L’inclusione si raggiunge in tanti modi e in tante forme e questo è un passo perché anche nel luogo di lavoro le persone possano sentirsi a proprio agio, nel pieno rispetto della privacy e nella massima confidenzialità. E’ una fortuna sentirsi al proprio posto ed è giusto che l’amministrazione sia di supporto a tutte e tutti in questo senso. Ci auguriamo anche che l’attivazione da parte della pubblica amministrazione di uno strumento di questo tipo sia da esempio anche per altri enti e per il mondo privato"</em>.</div><div> </div><div><strong>La consigliera comunale Etta Andreella, promotrice della mozione in consiglio comunale </strong>commenta: “<em>In occasione della giornata contro l'omolesbotransfobia, 17 maggio 2023, come gruppo consiliare del Partito Democratico abbiamo depositato una mozione che chiedeva di adottare la possibilità di utilizzare l'alias invece del nome anagrafico per le persone transgender, no gender e gender variant nei meccanismi di riconoscimento all'interno del comune di Padova. La mozione è stata discussa e approvata dal Consiglio Comunale nell'ottobre 2023 e il Regolamento che oggi presentiamo è solo un primo punto contenuto nella mozione perché l’auspicio è quello di estendere e applicare lo stesso tipo di riconoscimento anche ad esempio all'interno delle aziende partecipate, nei documenti di riconoscimento delle biblioteche pubbliche, degli abbonamenti ai mezzi pubblici, ai teatri e alle palestre. In occasione dell'ultima tornata elettorale Padova è stata una delle poche città in Italia che ha provato ad agevolare l'accesso al voto invitando i presidenti di seggio a non prevedere le file divise per genere. Oggi presentiamo un altro importante tassello per la conquista della reale inclusione adottato dal Comune di Padova grazie al lavoro dell'assessora Cera che da subito ha compreso l'importanza della proposta approvata dal Consiglio Comunale. Oltre a essere consigliera comunale faccio parte della comunità Igbtqia+ in quanto mamma di una persona transgender e ho vissuto tutti i problemi pratici legati alla transizione insieme a mio figlio. Tutte le volte che si doveva andare a votare c'era questo problema delle due file, ma anche essere riconosciuti con il proprio nome di elezione e non con il nome anagrafico era un problema. Con queste iniziative del comune di Padova si percorre un piccolo pezzo di strada verso il riconoscimento dei diritti di tutte le persone, la strada è ancora lunga e in questo momento storico piuttosto in salita ma ancora una volta l'amministrazione padovana si distingue per lungimiranza</em>”.</div>
Quale corpo è adatto a un bikini? Tutti
<?xml encoding="utf-8" ?><br><p>Con l’arrivo dell’estate la città si riempie di pubblicità di costumi e creme solari che ci fanno sognare il mare e le vacanze. Queste immagini, tuttavia, non sono ugualmente recepite da tutti/e. In qualche caso attivano la reazione negativa di chi non si sente a proprio agio con il proprio corpo o di chi quel corpo per motivi di discriminazione o violenza non può mostrarlo.</p><p>Simbolo di questa contraddizione è l’indumento femminile del bikini. Il costume da bagno in due pezzi fu una vera e propria rivoluzione e divenne il simbolo dell’emancipazione femminile dopo gli anni ‘50 del ‘900. Prima, i costumi da bagno erano severamente regolamentati e le donne in spiaggia venivano multate se ne indossavano uno troppo corto o succinto.</p>
<?xml encoding="utf-8" ?><figure class="figure">
<img src="/sites/default/files/images/200%20campBIKINIdefinitivi_24.png" class="figure-img img-fluid">
</figure><br><p>Il <a href="https://www.centrodonnapadova.it/" target="_blank">Centro Veneto Progetti Donna</a>, che gestisce il <a href="https://www.padovanet.it/informazione/sportello-donna-del-comune-di-pad… antiviolenza di Padova</a>, e il <a href="https://www.centrospolato.it/" target="_blank">Centro Antidiscriminazioni LGBT+ “Mariasilvia Spolato”</a> sostengono la libertà di tutte le donne di mostrare il proprio corpo, oltrepassando i limiti imposti da chi vuole esporre solo donne conformi e rientranti nei canoni.</p><p>Il Comune di Padova, nell’ambito del Protocollo di rete istituzionale contro la violenza di genere, sostiene attivamente la campagna “Quale corpo è adatto a un bikini? Tutti” con l’affissione in città dei manifesti che invitano alla liberazione del corpo femminile e, al tempo stesso, pubblicizzando i servizi a disposizione delle donne vittime di violenza o discriminazione.</p><p>Le protagoniste dei manifesti sono donne che hanno messo a disposizione il loro tempo per condividere un messaggio di libertà e di liberazione da modelli e stereotipi culturali, sono una piccola rappresentanza, non esaustiva, delle splendide differenze dell’universo femminile. </p><p>Le foto sono di Thomas Possamai.</p>